Condanne e anche assoluzioni al termine del processo di primo grado scaturito dalla morte, il 28 maggio 2016, del capitano dei carabinieri Gianbruno Ruello: nella tarda mattina di quel giorno, un sabato, l’ufficiale fu raggiunto al capo da un proiettile vagante durante una gara di tiro dinamico nel campo dell’associazione Dynamic Shooting Club Federico II a San Cosimo alla Macchia (Oria).
Le condanne
Sono due le persone condannate, entrambe di Oria, per omicidio colposo in cooperazione: per Francesco De Pace (presidente dell’associazione) un anno e otto mesi di reclusione, mentre il sostituto procuratore Raffaele Casto aveva chiesto per lui due anni e sei mesi; un anno e tre mesi per Francesco Tancredi (consigliere dell’associazione e quel giorno responsabile del campo, per lui il pm aveva chiesto due anni e tre mesi. Il giudice del Tribunale di Brindisi, Simone Orazio, ha disposto per loro la sospensione condizionale della pena e il beneficio di non menzione nel casellario giudiziario.
Ciò, però, è subordinato al pagamento, da parte loro di una provvisionale pari a 20mila euro da corrispondere alle tre parti civili cui è stato riconosciuto il danno.
La restante parte del risarcimento sarà quantificata in separata sede. De Pace e Tancredi sono stati difesi dagli avvocati Pasquale Annicchiarico, il primo, e Raffalele Missere, il secondo. Moglie e figli di Ruello (parti civili) sono invece stati assistiti dagli avvocati Massimo e Riccardo Manfreda.
Le assoluzioni
Sono stati assolti perché il fatto loro attribuito non costituì reato: Graziantonio Prudentino, di Ostuni (richiesta di condanna a 2 anni e 3 mesi), difeso da Daniele Ancora e Orazio Vesco; Salvatore Castellana, di Crispiano, in provincia di Taranto (richiesta di condanna a 2 anni), difeso da Marianna Lazzaro; Alfonso Passiante, di Francavilla Fontana (richiesta di condanna a 2 anni), difeso da Ylenia “Numa” Ammaturo; Cosimo Leone, di Francavilla Fontana (richiesta di condanna pari a 2 anni e 3 mesi), difeso da Daniele Ancora e Orazio Vesco; Pietro Apuzzo, di Napoli (richiesta di condanna a un anno), difeso dagli avvocati Claudio Sgambato, Domenico Attanasi e Gianni Iacobelli.
In particolare, Apuzzo fu l’esecutore materiale dello sparo: dalla sua Glock calibro 9×21 partì il colpo che finì dietro l’orecchio di Ruello dopo aver centrato una sagoma in cartone ed essere rimbalzato su di uno pneumatico di protezione.
La vittima
Il capitano Ruello, 48 anni, era originario di Taranto ma aveva prestato servizio al Nucleo investigativo del Comando provinciale di Brindisi. Quando si verificò la tragedia, era in servizio a Bari. Aveva raggiunto gli amici del Dynamic Shooting Club per passare del tempo con loro e per partecipare a una competizione sportiva organizzata dalla stessa associazione. Fra le 11,30 e le 12 di quel sabato, però, qualcosa andò storto e una pallottola perforò il cranio dell’ufficiale. Quest’ultimo fu trasportato in ospedale a Brindisi, ma per lui non ci fu granché da fare: si spense nel ppomeriggio del 29 maggio 2016, quando l’orologio segnava le 15.15.