La polizia locale di Francavilla Fontana si è sentita offesa o, meglio, diffamata dalle esternazioni sui social network, in particolare su facebook, di alcuni utenti e ha quindi deciso di denunciarli proprio per diffamazione aggravata sia dal mezzo di comunicazione, sia dall’insulto destinato a un “corpo amministrativo”.
Il fatto
Come ormai di consueto, circa un mese fa, una pattuglia della polizia locale dotata del temibile “autoscan” – strumento tecnologico in grado di accertare tutta una serie di infrazioni al codice della strada- rileva che un’auto fosse parcheggiata sul marcipiedi, ossia dove non sarebbe dovuta trovarsi.
Nei giorni scorsi, dopo l’accertamento dell’infrazione, ecco arrivare a casa del contravventore il verbale. Quest’ultimo, il contravventore, non la prende affatto bene e posta sul suo profilo facebook lo stesso verbale, accompagnato da una bestemmia nei confronti di chi gliel’aveva fatto, comprensivo di una promessa: tanto non ve lo pago, ché non è il periodo giusto.
Sotto il post compare tutta una serie di commenti a sostegno delle tesi dell’autore dello stesso. Chi più, chi meno, si augura il male degli agenti, accusati di essere – a seconda – fannulloni, intolleranti, degni di essere colpiti con una “crasta” (pianta con vaso) al loro passaggio.
Le conseguenze
Dopo un paio di giorni, il post in questione scompare e con esso i commenti in calce. Nel frattempo, però, la polizia locale aveva già visionato e acquisito tutto, tanto da aver proceduto alla convocazione degli interessati al Comando di via San Vito per la necessaria identificazione ai fini della denuncia.
I dieci convocati si sono presentati al Comando e hanno fornito le loro generalità, pur senza essere stati ascoltati a sommarie informazioni (per le quali necessita la presenza di un avvocato, altrimenti sono inutilizzabili).
Sta di fatto che una sanzione amministrativa di circa 80 euro, con riduzione se pagata nei cinque giorni dalla notifica, si è trasformata in una grana potenzialmente penale per colui che l’ha ricevuta e per chi, ignaro delle conseguenze, gli è andato appresso.
Qualora la Procura decidesse di procedere e il giudice concordasse, quei dieci opinionisti social rischierebbero pene piuttosto severe. Il tutto, a causa di un presunto errore di parcheggio, sfociato nel verbale ma, principalmente, dalle reazioni a mezzo social.
La difesa
Ora starà agli avvocati interessati della questione – tra gli altri, Antonio Andrisano e Angelo Di Mitri del Foro di Brindisi – il compito di sostenere il legittimo diritto di critica dei loro assistiti.