Di seguito una nota, piuttosto indignata, da parte di alcuni cittadini di Oria. Ecco cosa sarebbe successo:
E’ di qualche giorno fa la notizia di un gatto ferito nei pressi della chiesa San Francesco d’Assisi di Oria, una triste vicenda, costruita e coperta da ombre, una sorta di rivalsa nei confronti del Comune, spesso assente nelle problematiche del randagismo, questione che si poteva sicuramente rimandare a giorni più tranquilli.
A pagarne le spese un povero gatto capitato nelle mani sbagliate. Dapprima rimasto chiuso e ferito in un gabbiotto per un’intera notte e le ore a seguire, poi liberato ancora ferito nel giardino della chiesa al freddo e in gravissime condizioni.
Abbiamo voluto fare chiarezza sull’intera vicenda dopo aver letto l’offerta di un signore che voleva pagare le spese veterinarie e che è stato completamente ignorato dalle stesse volontarie. Nel frattempo allertiamo una persona del posto di nostra conoscenza, che gestisce da sola una colonia felina censita proprio dal Comune di Oria.
Purtroppo, però, le condizioni del gatto alle 19.00 circa del 15 marzo, dopo il terzo giorno di agonia, erano piuttosto gravi, praticamente esanime.
Il dottore, che lo ha visitato con il tentativo di terapia in extremis, non avrebbe potuto fare più nulla, se non confermare che era troppo tardi e che il gatto non avrebbe superato la notte. Era fortemente emorragico e in ipotermia.
La diatriba scatenata su un gruppo Facebook locale ha generato forti dubbi sull’operato delle volontarie coinvolte, soprattutto su una signora nota in paese per il recupero di gatti e adozione degli stessi, che non ha lasciato poi alcuna spiegazione.
Nei giorni successivi abbiamo chiesto chiarimenti alla Sindaca, al parroco della Chiesa, ai vigili e ad alcuni testimoni. Una signora chiama una ragazza, che si occupa di animali randagi, e le dice che c’è un gattino ferito in un vicolo nei pressi della chiesa; la ragazza si affida alla volontaria e allertano i vigili, dove inizia un via vai di chiamate a più persone, Sindaca compresa, disponibile a pagare le spese veterinarie.
La ragazza chiede al parroco di ospitare il gatto e accetta garbatamente, ma non comprende le reali condizioni del gatto, convinto che se ne sarebbero occupate loro. Il gatto resta, quindi, sotto il banco della chiesa per un’intera notte.
Il giorno seguente arrivano sia i vigili che la Sindaca, ma in due momenti diversi, ma non trovano il gatto perché spostato da una delle due volontarie con la sola preoccupazione di farlo mangiare e bere, cosa che il gatto, ovviamente, non faceva.
Viene allertata anche una nota associazione nazionale, a pochi km da Oria, ma per motivi a noi sconosciuti non interviene. Mentre il parroco era impegnato nelle confessioni, famiglie e parrocchiani sono testimoni della visita del Comune nella chiesa.
In seguito la volontaria dei gatti, dopo un sermone fatto al parroco, abbandona l’ascia scaricando cure e responsabilità alla signora che lo aveva trovato e al parroco. La ragazza libera il gattino ferito. C’è anche l’ombra di una terza volontaria dietro le quinte, che sa ma anche lei non si muove per attivare i soccorsi.
Qualche ora dopo il rilascio, la “volontaria dei gatti” chiedeva sul suo profilo Facebook giochini per i suoi gattini in stallo, mentre un povero cucciolo di tre mesi circa era sotto una siepe in agonia. Il gatto ovviamente muore, tra l’indifferenza e la presa di posizione.
Lo spirito animalista e del volontariato è spinto da molto amore e moltissimo impegno, ma se mancano il rischio, il coraggio e la serietà, sarebbe più opportuno ripensare al proprio ruolo, perché ricordiamo che gli animali non sono peluche da adottare e basta, amare gli animali significa soprattutto salvarli e guardare il mondo dal loro punto di vista, non dal nostro.
Lo spirito animalista deve dare prova di essere migliore rispetto alle bassezze umane e deve spogliarsi di antipatie, rivalità e rancori privati. Vogliamo, quindi, esortare tutti i volontari e gli animalisti di diffondere quanto è accaduto, affinché non accada più e di dissociarsi da queste omissioni di soccorso. Esortiamo il Comune di Oria a rivedere il piano contro il randagismo, controllo e tutela delle colonie feline, convenzione con le strutture sanitarie veterinarie e una maggiore tempistica nei soccorsi.
Ringraziamo per averci ascoltato e chiarito: il parroco della Chiesa San Francesco d’Assisi, la Sindaca del Comune di Oria, la polizia municipale, i testimoni. Il micio, che abbiamo chiamato Francesco, avrebbe sicuramente detto: “Non discutere, pensa a cosa sia giusto fare in questo momento, per me e per la mia vita”. Un ringraziamento anche alla redazione de Lo Strillone.