Non fu ricettazione ma incauto acquisto: sospiro di sollievo per gioielliere francavillese

Furti in appartamento fra le province di Brindisi, Taranto e Bari: cade l’accusa di ricettazione per un gioielliere di Francavilla Fontana

Si era ritrovato coinvolto, suo malgrado, in un’ampia indagine finalizzata a sgominare un giro di furti di oggetti preziosi commessi tra le province di Brindisi, Taranto e Bari. Martedì 22 marzo, un gioielliere di Francavilla Fontana, incensurato, ha visto cadere la pesante accusa di ricettazione, per la quale il codice penale prevede la pena della reclusione da due a otto anni.

Mentre gli altri sette imputati avevano definito la loro posizione con il patteggiamento o il rito abbreviato, il commerciante francavillese aveva scelto di affrontare il dibattimento, professando da sempre la propria innocenza e sostenendo di essere stato del tutto inconsapevole della provenienza furtiva di quell’oro usato acquistato in totale buona fede.

All’esito del processo, il giudice – dott.ssa Adriana Almiento – ha accolto in gran parte la tesi difensiva, ritenendo non sussistente il delitto di ricettazione ipotizzato dall’accusa, e riqualificandolo nella fattispecie contravvenzionale prevista dall’articolo 712 del codice penale, ossia in quella di incauto acquisto.

L’imputato è stato dunque condannato alla pena di quattro mesi di arresto che è stata sospesa dalla stessa giudice, il quale ha inoltre concesso all’imputato il beneficio della non menzione della condanna nel casellario giudiziale.

Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a due anni di reclusione. Le motivazioni saranno rese note tra novanta giorni.

Il difensore dell’imputato, avvocato Domenico Attanasi del Foro di Brindisi, si dice soddisfatto del primo risultato ottenuto e punta ad ottenere il proscioglimento pieno del proprio assistito anche da tale ipotesi residuale nel grado d’appello.

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