“Difficoltà di comunicazione in ospedale, servirebbero mediatori interculturali in Asl”

Di seguito la riflessione di una lettrice:

Caro direttore,
ieri sono stata al pronto soccorso dell’ospedale Dario Camberlingo di Francavilla Fontana e ho assistito ad una scena che mi ha fatto riflettere.

Una donna straniera aveva difficoltà a spiegare i propri sintomi e a capire cosa dicessero i medici perché parlava in inglese e in un italiano stentato, nessuno del personale sanitario parlava in inglese qualcuno si è preoccupato di cercare qualcuno che lo parlasse.

Fortunatamente era presente, casualmente, un ragazzo che ha offerto il proprio aiuto perché parlava anche inglese.

Il numero delle persone straniere in Italia, regolari e non, aumenta sempre di più, il bisogno emergente non è solo relativo alla semplice traduzione linguistica ma è molto più complesso perché in un settore così delicato, come quello sanitario, bisogna anche saper trovare un punto d’incontro tra culture differenti, bisogna “mediare”.

Il servizio di mediazione interculturale linguistica dovrebbe essere presente ed assicurato in diversi uffici, servizi ed istituzioni, in particolare e prioritariamente nelle ASL e nelle Scuole al fine di assicurare il diritto alla salute e all’istruzione. Mi chiedo come mai, nella nostra provincia, ma probabilmente nella maggior parte della Puglia non esista la figura del Mediatore Interculturale linguistico in ASL.

Colgo l’occasione per ringraziare LO STRILLONE per aver dedicato questo spazio a questa mia riflessione che spero venga presa in considerazione da chi di dovere e per ringraziare il ragazzo che ha aiutato la signora straniera, Mamadou Toure, che oggi ha offerto il suo intervento professionale gratuitamente. Ho scoperto infatti che è un Mediatore Interculturale Linguistico .

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