“Ritrovo di pregiudicati e luogo di spaccio”, bar chiuso per 30 giorni

Nel pomeriggio del 7 febbraio scorso, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni, unitamente al personale del Commissariato di P.S. di Mesagne, hanno dato esecuzione all’ordinanza del Questore di Brindisi che ha imposto, ai sensi dell’art. 100 del T.U.L.P.S., la chiusura di un bar con sede a Mesagne per la durata di 30 giorni poiché individuato quale luogo per l’acquisto e la successiva consumazione di sostanze stupefacenti, abituale ritrovo di pregiudicati, nonché luogo di contatto tra soggetti dediti allo spaccio ed assuntori costituendo pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica per la città di Mesagne.

Il provvedimento è scaturito a seguito dell’indagine “Fire” condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia carabinieri di San Vito dei Normanni che ha disarticolato un’associazione per delinquere armata finalizzata al narcotraffico operante nella città di Mesagne composta da 11 soggetti contigua ad elementi di vertice della locale consorteria di stampo mafioso “Sacra Corona Unita”, tra cui il boss Giovanni Donatiello.

Presso il bar in questione, così come emerso agli atti dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, i membri dell’associazione per delinquere disarticolata erano soliti incontrarsi alla presenza del gestore che in più occasioni ha avuto contezza degli affari illeciti consumati all’interno o nelle immediate vicinanze del bar.

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