Francavilla – Bruno sarà candidato sindaco nel 2023, saltato il tavolo del centrosinistra. Il centrodestra ragiona sulle alternative

di Eliseo Zanzarelli

Il consigliere regionale e presidente del Comitato permanente del Comitato di protezione civile, oltre che consigliere comunale, Maurizio Bruno pensa seriamente a candidarsi nuovamente a sindaco di Francavilla Fontana alle elezioni amministrative del 2023, anche a costo di dover rinunciare ai suoi attuali incarichi istituzionali.

Oggi come oggi sembra impossibile un’intesa nell’ottica di un centrosinistra unito con l’attuale Amministrazione guidata dal sindaco Antonello Denuzzo, che ha aperto ai 5 Stelle con l’ingresso in Giunta dell’assessore Giuseppe Ricchiuti e in Consiglio del consigliere Vincenzo Mastromarino.

Bruno rinuncerebbe a due anni in Regione per riprendersi il timone di una città, quella degli Imperiali, che è da sempre il suo chiodo fisso. E, per farlo, dopo il tentativo fallito nel 2018, sarebbe disposto a rinunciare a due anni di Consiglio regionale coi relativi emolumenti (di tutto rispetto). In fondo, da sindaco guadagnerebbe comunque circa 4mila euro (lordi).

Non si tratterebbe, ad ogni modo, di un salto nel vuoto: infatti, l’ex primo cittadino potrebbe candidarsi senza rinunciare anticipatamente a una carica, quella di consigliere regionale, che dovrebbe necessariamente abbandonare in caso di rielezione a capo della sua cittadina.

Bruno è stato sindaco di Francavilla Fontana, non senza intoppi e scissioni, dall’estate del 2014 all’autunno 2017. Dopo un periodo di commissariamento prefettizio, ha tentato di riproporsi nel 2018 ma – dopo aver trionfato al primo turno – ha perso al ballottaggio, un po’ a sorpresa, contro lo sfidante Denuzzo.

Le prove di dialogo tra il “suo” Pd e il civismo che ruota attorno al sindaco in carica vi sono state ma sono puntualmente naufragate per tutta una serie di macro e micro episodi legata sì alla politica, eppure anche a divergenze personali che appaiono difficilmente sormontabili.

Di qui lidea di ravvivare le velleità dell’area moderata di sinistra con una ricandidatura che a molti potrebbe andare a genio, risultando potenzialmente vincente; ad altri un po’ meno.

In sostanza, se così restassero le cose, lo scenario per gli elettori francavillesi, tra un anno e mezzo, potrebbe presentare due centrosinistra: quello civico facente capo a Denuzzo & partners (non tutti quelli attuali) e uno facente capo al “Masaniello” del Peraro, che coi suoi modi spicci – gli stessi che un bel po’ l’hanno reso antipatico durante il suo mandato precedente – strizza l’occhio alla base più popolare della Città degli Imperiali.

Poi, dall’altra parte, ci sono i centrodestra, ancora alla ricerca di un’identità autentica comune, con un pensiero nostalgico al “ventennio” in cui riusciva a esprimere sindaci (come della Corte e Marinotti), consiglieri comunali e provinciali, persino deputati e senatori, maggioranze un po’ ovunque.

Si tratta, al momento, di fanta-voto. Il tempo stringe e però neppure manca. Di acqua sotto in ponti n’è passata e ne passerà, ma in fondo il 2023 non è poi così distante (sì, per ora, con la minuscola)…

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