Tar dà ragione a quattro cittadini: “Procedimento sbagliato, niente antenna nel centro abitato”. Bocciati Comune e Iliad

Una vicenda che ricorda vagamente quella di Davide contro Golia: quattro cittadini che, forti delle proprie ragioni e assistiti da un bravo avvocato, sfidano e vincono contro Comune e nientemeno che un colosso della telefonia Iliad. Oggetto del contendere, un’antenna – ritenuta potenzialmente dannosa per la salute e per l’ambiente – nel centro abitato di Oria, più precisamente in via Morgagni, non lontano dagli uffici sanitari, dalle poste, dalla caserma dei carabinieri e da una zona piuttosto popolata. Il Tar di Lecce, con sentenza pubblicata quest’oggi (3 novembre 2021) ha dato ragione ai cittadini ricorrenti e torto ai loro avversari di tutto rilievo.

La querelle, portata dinanzi ai giudici amministrativi dal legale Stefano Epicoco, è stata incentrata più che altro su problemi procedurali: silenzio – assenso confermato dal Comune e mancate analisi normative in quanto a prescrizioni (anche da regolamento comunale, come la priorità concessa ad aree di proprietà pubblica) e vincoli paesaggistici. L’installazione dell’antenna era stata già bloccata in via cautelare, mentre era stato respinto il ricorso d’urgenza della compagnia telefonica, intenzionata a potenziare propri servizio e, nella fattispecie, segnale sfruttando l’immobile di un privato accondiscendente, col placet dell’amministrazione comunale, intesa in questo caso come uffici deputati ad analizzare e disbrigare le pratiche.

Sta di fatto, insomma, che almeno per ora – fatti salvi il ricorso al Consiglio di Stato e/o un eventuale riesercizio corretto dell’azione amministrativa – “Davide” sembra aver avuto la meglio contro non uno, ma ben due “Golia”. Spese compensate.

“Siamo soddisfatti di essere andati a fondo alla questione – dichiara Francesco Arpa, uno dei ricorrenti – poiché ritenevamo di avere ragione sia nel merito che sul procedimento adottato. Spiace e sa di beffa una cosa: il Comune si è costituito in giudizio a spese dei contribuenti, quindi anche di noi ricorrenti, a sostegno di due privati (il proprietario dell’immobile sul quale è stata collocata l’antenna e la compagnia telefonica) quando avrebbe anche potuto non farlo, per giunta con un impegno di spesa pari a circa 10mila euro. Tradotto: oltre al nostro avvocato, abbiamo pagato in parte anche quello indicato dal Comune… Ora vediamo come evolverà la situazione, ma restiamo fiduciosi”.

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