Una catena spagnola – sì, spagnola – rivendica l’esclusiva sulla puccia salentina. Sembra assurdo ma è proprio così: nei giorni scorsi, Attilio Mingolla, 34enne di Oria che da qualche tempo – dopo tanto peregrinare – ha aperto a Madrid “Mena”, un ristorante di cucina tipica pugliese, ha ricevuto un burofax da parte dell’iberica “Puccias” con tanto di intimazione a ritirare dal commercio uno dei suoi prodotti. Quale? La puccia, appunto.
Il motivo? Quel prodotto potrebbe interferire col marchio commerciale “Puccias”, questo il brand della catena spagnola. Una storia davvero singolare, dato che lo specifico panino è registrato al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali italiano come prodotto agroalimentare tipico, che il fornitore di Mingolla e il fornitore del fornitore chiamano semplicemente puccia in quanto rispetta tutte le caratteristiche organolettiche ed estetiche del tipo di pane in questione.
È un po’ come se, per assurdo, qualcuno registrasse la parola “pizza” e da quel giorno in poi nessuno potesse chiamare più quel prodotto con quel nome. O, altro esempio concreto, la catena “La Tagliatella” (molto famosa in Spagna) pretendesse lo stesso da tutti gli altri ristoranti in Spagna (e non) che vendono quel tipo di pasta.
“Questo scherzetto, purtroppo, mi sta costando diverse centinaia di euro che per una attività aperta da poco incidono notevolmente sul budget a disposizione. Il tutto per poter difendere da una compagnia spagnola (ripeto: compagnia spagnola) un prodotto della nostra tradizione e continuare a chiamarlo con il suo nome, che noi tutti conosciamo”, dichiara Mingolla, che si è già rivolto a un’avvocata madrilena.
Una vicenda assurda ma vera che sicuramente non potrà che concludersi per il meglio. La puccia è patrimonio dell’umanità. La puccia non si tocca.