Oria, “Parole ipocrite quelle di Carone: da artefice della coalizione del cambiamento ad avversario, come niente fosse”

Di seguito una nota della Coalizione del Cambiamento (Oria) in replica a quest’altra nota pubblicata nei giorni scorsi:

“Tutti sanno che il consigliere Carone è stato tra i fondatori della Coalizione per il cambiamento e tra coloro che scrissero il “Manifesto per il Cambiamento”. Oggi è come se i rivoluzionari principi scritti anche dalla sua stessa penna non contassero nulla. Se fosse una questione di principi egli sarebbe ancora con noi a difendere la coalizione dagli attacchi di coloro che, come lui oggi, la mettono  pretestuosamente in discussione ed in pericolo. Anzi lui pretestuosamente utilizza post pubblicati sul profilo personale dell’assessore Salerno spacciandoli per comunicazione istituzionale e per attaccare la Coalizione del cambiamento accusandola di poca democrazia.

È invece democrazia minacciare in consiglio comunale di utilizzare la figura del Presidente del consiglio in quanto (testuale) “animale politico” per mettere i bastoni tra le ruote dell’Amministrazione? È democrazia chiedere al Sindaco la testa di due assessori senza parlarne alla maggioranza? È democrazia imporre a tutti i costi la realizzazione di un’opera? È democrazia disertare sistematicamente le riunioni di maggioranza salvo poi passare in solitudine dalla stanza del Sindaco per avanzare richieste? È democrazia non partecipare alle riunioni di maggioranza finché le proprie richieste non fossero state soddisfatte? È democratico immaginare che le proprie “cose” debbano prevalere su tutto? Non erano proprio questi i comportamenti da non tenere “per chiarezza di pensiero e onestà intellettuale”?

La verità è che il presidente del consiglio comunale Patisso sta esercitando la propria funzione in maniera antidemocratica, basta rivedere e risentire le registrazioni degli ultimi consigli comunali per rendersene conto. La verità è un’altra e cioè che i consiglieri Tommaso Carone,  Cosimo Patisso, Presidente del Consiglio, e Barsanofio Chiedi sono proiettati alle prossime elezioni e non pensano ad altro che al più utile posizionamento politico per se stessi, organizzando improbabili scenari futuri accanto a chi fino a ieri si è avversato e strenuamente combattuto. A noi oggi questo futuro non interessa. Noi pensiamo al presente ed operiamo in funzione del presente e lavoriamo per quel futuro che abbiamo promesso e che vogliamo a tutti i costi realizzare. Sappiamo che saremo giudicati al termine del nostro mandato e così sarà, ma una cosa è certa: che non venderemo i nostri principi per un posto in una lista.

La verità è che quando si sottoscrive un patto di ferro, o meglio di sangue, ci si attende che questo venga rispettato fino alla fine, a tutti i costi e quindi, evidentemente, anche al costo di mettersi da parte in caso di sopravvenuto disaccordo. Questo ci si poteva attendere e non la guerra su quegli stessi principi siglati col sangue”.

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