Ospedale ancora senza distributori di snack e bevande: seri disagi per pazienti e personale sanitario


Non ci sono distributori di snack e bevande in tutto l’ospedale “Dario Camberlingo” di Francavilla Fontana. Detta così, potrebbe anche sembrare una cosa di poco conto. In realtà, non lo è affatto: chiunque provi ad attendere ore e ore al pronto soccorso o per una consulenza specialistica nei reparti, si renderà conto di come sia difficile pazientare senza neppure avere la possibilità di sorseggiare un po’ d’acqua e di addentare un cracker.Sono trascorsi degli anni, ormai, circa tre, da quando si scoprì che i vecchi distributori erano abusivi: messi lì, senz’alcuna gara. Eppure – verrebbe da dire – si stava meglio quando si stava peggio, ché almeno a quel tempo ci si poteva ristorare.

Ora, invece, lunghissime attese “a secco” tanto per gli utenti, quanto per gli operatori sanitari, costretti a portarsi appresso le borracce e “spezza-fame” da casa. Solo che poi, a un certo punto, il contenuto delle borracce e gli “spezza-fame” finiscono e si resta completamente all’asciutto. Si pensi, ad esempio, a chi deve fare turni di anche dieci ore di fila o a chi in quelle ore deve aspettare di essere visitato, medicato, essere sottoposto a radiografia, trasferito in un reparto qualsiasi…

Dall’Asl fanno sapere che senza gara – bandita ma non andata in porto – i distributori non possono essere ricollocati. Si studiano soluzioni-tampone, come dei frigoriferi a disposizione del personale sanitario e, su richiesta, dei pazienti, che dovrebbero comunque rivolgersi agli operatori sanitari per avere un po’ d’acqua.

Eppure al “Perrino” di Brindisi (ancora ospedale Covid) i distributori ci sono nuovamente: se regolari o meno, non è dato sapere. Di sicuro rappresentano un servizio in più, chiunque e in qualunque modo ce li abbia messi.

Eliseo Zanzarelli

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