Oria, tre consiglieri di maggioranza scettici: “Finora si è fatto poco, inutile cercare stampelle altrove”

Di seguito una nota dei consiglieri comunali di Oria Tommaso Carone, Barsanofio Chiedi e Cosimo Patisso (presidente del Consiglio comunale) in risposta a una lettera aperta diramata dalla sindaca nei giorni scorsi:

Cittadini,

il perbenismo e il politically correct non sono sufficienti a spiegare il malessere raccontato dal sindaco. 

Vi raccontiamo e vi riportiamo le nostre considerazioni e le nostre preoccupazioni come le abbiamo raccontate e riportate al sindaco, agli assessori e ai consiglieri di maggioranza.

Abbiamo rappresentato al sindaco e a tutta la maggioranza la disillusione dei cittadini per gli scarsi risultati dell’azione amministrativa, in una Città che non è sostanzialmente cambiata pur a fronte degli impegni assunti con gli elettori, rimasti purtroppo promesse sulla carta del programma elettorale.

Abbiamo espresso grande e grave preoccupazione per lo scollamento e la scarsa sintonia con la cittadinanza e l’opinione pubblica, che oggi può leggersi come il progressivo isolarsi del palazzo e della politica rispetto alle richieste e alle aspettative dei cittadini.

Questa amministrazione ha deluso sui parcheggi a pagamento, sulla pulizia urbana, sull’ordine e sul traffico, sulla pro-loco e sui rioni, sulla politica culturale e turistica e su altre emergenze e su altri problemi cui non si è data risposta e per i quali si è stati incapaci di tessere le trame del dialogo che avrebbe potuto avvicinare le posizioni e risolvere i conflitti.

L’insofferenza del sindaco e di qualcuno tra gli assessori e i consiglieri al dialogo ha causato il progressivo isolamento di persone, gruppi e partiti che pur avendo contribuito al successo elettorale sono stati emarginati ed esclusi dalle decisioni e dalle scelte di carattere sia politico che amministrativo più importanti.

Piuttosto che il dialogo e l’apertura alle istanze e alle richieste dei cittadini, la politica di questa amministrazione si è chiusa su sé stessa, alimentando la delusione di cittadini e associazioni.

Il tutto si è tradotto in un progressivo isolamento e in un preoccupante calo dei consensi.

Basti dire che il sindaco alla ricerca di un nuovo assessore alla cultura e al turismo, ha incassato il rifiuto delle numerose persone a cui lo ha proposto e ha poi fatto una nomina non condivisa, compiuta in antitesi agli accordi presi e che ha spaccato la maggioranza.

Sul versante politico-amministrativo si è registrato un corto circuito nei processi decisionali per cui il sindaco e la giunta (ma non per colpa di tutti gli assessori) hanno accentrato a sé il potere decisionale, sordi alle istanze di cittadini e consiglieri comunali, insofferenti alla partecipazione e alla condivisione democratica delle decisioni, salvo poi a pretendere in tutti i consiglieri comunali la responsabilità politica di quello che si, o che non si, decideva.

Non si è stati in grado di arginare divisioni e spaccature che progressivamente emergevano in seno alla maggioranza, con i veti che hanno paralizzato l’assunzione di importanti decisioni per il bene della Città e con atteggiamenti di qualcuno (assessori e taluni consiglieri) che hanno disatteso decisioni prese e hanno sabotato l’adozione di provvedimenti necessari per soddisfare le indicazioni e le decisioni assunte in maggioranza.

Abbiamo poi registrato e denunciato la scelta di non avere un sia pur minimo dialogo e confronto con la minoranza in consiglio comunale.

E poi abbiamo posto sul problema delle antenne una questione di opportunità politica, e anche etica, e abbiamo fatto di tutto per evitare un lacerante scontro con l’opinione pubblica, rimanendo ancora una volta inascoltati.

La complessità e la gravità della situazione testé rappresentata ci ha fortemente preoccupati sulle capacità di questa maggioranza di recuperare forza e credibilità, di recuperare persone, gruppi e movimenti ormai lontani, farsi forza aggregante in vista delle prossime elezioni, ancor più complicate per il cambio del sistema elettorale.

E anche, perché no, aprire un tavolo di confronto anche con i consiglieri comunali di minoranza con i quali, nel rispetto dei principi fondatori della nostra coalizione, condividere la responsabilità di governo della Città.

Strano che su questo siamo rimasti inascoltati, salvo poi a sentire la stessa proposta da parte del sindaco nella sua lettera aperta.

Queste sono state le questioni e le preoccupazioni sulle quali abbiamo invocato, pregato, gridato un confronto in seno alla maggioranza: siamo rimasti per mesi inascoltati, poi siamo stati portati a spasso con pratiche e parole dilatorie, infine si è finalmente aperto un tavolo di confronto. Invece che proseguire nel dialogo e trovare una soluzione condivisa, il sindaco e la maggioranza hanno rovesciato il tavolo additandoci quali responsabili alla pubblica opinione.

In politica, si sa, tutti hanno ragione ma è proprio per questo che bisogna cercare e praticare il dialogo e il confronto, la mediazione e la sintesi.

Nessuno di noi ha mai lanciato ultimatum, né ha mai deviato dalla linea tracciata tutti insieme, nessuno ha imposto mai alcun ricatto, nessuno ha adombrato o paventato la gestione commissariale, nessuno ha fatto o anteposto richieste personali: che pensare del sindaco che lancia queste ignominiose accuse? (dimostrando così di credere alle voci alimentate in mala fede da chi aveva – e ha – interesse a vederci ai margini o fuori della maggioranza).

E’ ingiusto lanciarci questa accuse, ed è ingiusto perché il bersaglio è stato individuato in tre consiglieri comunali di maggioranza, che hanno contribuito alla clamorosa affermazione elettorale, tra i quali vi è chi è stato tra gli ispiratori e i fondatori del progetto e uno dei principali fautori della vittoria elettorale.

Oggi il sindaco apre a tutti i consiglieri, di fatto rivolgendosi a quelli di opposizione, trattandoci da consiglieri di opposizione.

Il tentativo maschera in realtà l’assoluta incapacità al dialogo e alla prosecuzione del confronto con i consiglieri di maggioranza che hanno avuto l’ardire di sollevare serie e dirimenti questioni politiche, ed è in realtà una proposta velleitaria poiché destinata solo a chi, in realtà, tra i banchi dell’opposizione è stato già individuato e cooptato quale stampella di questa maggioranza.

La stampella si è già vista nella votazione sulla questione antenne, adesso la si vorrebbe legittimare con una ipocrita apertura a tutti i consiglieri.

D’altronde, il messaggio è chiaro: o i tre consiglieri si adeguano ovvero saranno condannati a restare ininfluenti, a beneficio del consigliere di minoranza che diventerà l’ago della bilancia, ruolo che è stato di triste esempio nella recente politica oritana.

Stupisce, infine, che la soluzione dei problemi nell’imminenza del voto sul bilancio sia cercata dal sindaco non nei sottoscritti che hanno garantito il voto sul bilancio (altro che ricatti!!!) ma in chi offre una stampella.

I sottoscritti non sono mai usciti dalla maggioranza, con i sottoscritti si dovrebbe semplicemente dialogare e confrontarsi, come con tutti i consiglieri, e, con il contributo di ciascuno, se del caso facendo anche un passo indietro, trovarsi una soluzione che guardi agli errori del passato e alle soluzioni per il futuro.

Se, però, il sindaco e qualcuno fra assessori e consiglieri hanno già deciso, ebbene facciano pure, i sottoscritti continueranno a fare proposte e politica nell’interesse esclusivo della città e di tutti i cittadini, senza eccezioni o preferenze di sorta.

Oria 25 maggio 2021

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