Da qualche tempo a questa parte ci giungono racconti, tutti molto simili, riguardo presunte incongruenze tra i tamponi effettuati presso l’ospedale No Covid di Francavilla Fontana e l’ospedale Covid di Brindisi. Prima di pubblicare, come sempre, ci siamo accertati dei fatti – documenti alla mano – e quindi abbiamo selezionato un paio di storie tra le più significative (e meglio scritte) segnalateci negli ultimi giorni. Si tratta di quanto capitato rispettivamente a Tony e a Cosimo e ai rispettivi familiari (per ovvie ragioni di privacy, tralasciamo i cognomi, ma ovviamente è stata verificata anche l’identità, oltre che la buonafede, degli autori delle segnalazioni).
Eccole qui:
Caso 1/Tony ci ha contattato lo scorso 28 aprile:
“Scrivo per raccontare un episodio accaduto oggi alla mia famiglia. Stamattina chiamiamo il 118 perché mia mamma accusava un forte dolore al fianco. Arrivata l’ambulanza, dopo aver effettuato tutti i controlli del caso (saturimetro, elettrocardiogramma, ecc.) e appurato che erano tutti in asse, la portano al pronto soccorso dove le fanno un test rapido che dà esito positivo, motivo per cui non la visitano e la rimandano a casa.
Si aziona quindi un meccanismo a orologeria, comunicazione al medico di base che applica la procedura e comunica all’ASL la positività. Cinque persone in isolamento fiduciario, corsa verso un laboratorio riconosciuto dalla stessa ASL per fare un tampone molecolare a tutti i componenti del nucleo (la prima data utile dell’ASL sarebbe stata il 5 maggio): 300 euro. Responso della sera: tutti negativi. Con mio grande stupore scopro che la stessa cosa è accaduta a quasi tutti i presenti del pronto soccorso di stamattina dei quali è stata riscontrata la positività.
Sono dovuti tornare a casa senza una visita (per altri motivi) e hanno dovuto sborsare soldi per assicurarsi di non aver contratto il virus. Mi chiedo per quanto ancora la sanità debba ostacolare le normali procedure di controllo di un cittadino consentendo ad aziende evidentemente non affidabili di operare per la salute di essi? Se i rapidi non sono affidabili e anziché accorciare i tempi li allungano, innescando catastrofi a catena, non sarebbe opportuno rivedere qualcosa?”.
Caso 2/Cosimo ci ha scritto il 3 aprile:
“Buongiorno scrivo questa lettera aperta a malincuore perché sinceramente non avrei mai immaginato di trovarmi con la mia famiglia in una situazione surreale come quella che ho vissuto presso il pronto soccorso dell’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana (BR).
Sabato in tarda serata ci rendiamo conto che mia figlia, che ha pochi mesi, aveva la febbre alta e tremori. Ci siamo spaventati perché la bambina non era vigile e siamo corsi subito in ospedale. Qui ovviamente hanno misurato la febbre alla bambina (aveva 40) e nel frattempo hanno fatto il tampone COVID-19 a mia moglie e la bambina, tampone che è risultato positivo.
Ovviamente la parte surreale della storia deve ancora venire.
L’addetto è uscito per avvisarmi che stavano cercando di far abbassare la febbre alla bambina ma non potevano fare nessuna terapia alla stessa in quanto era positiva e mi ha consigliato di prendere la mia macchina e di recarci al Perrino di Brindisi.
Ho detto che avrei seguito i suoi consigli ma ho ribadito che la bambina vista l’età e la distanza di 30 km prima di raggiungere il nuovo presidio aveva bisogno di un trattamento per metterla in sicurezza e abbassarle quindi almeno la febbre, magari somministrandole una Tachipirina.
Mi è stato risposto che non era possibile perché erano positive bambina e madre. Voglio solo farvi immaginare come ci siamo sentiti in quei momenti. Hanno quindi fatto uscire la bambina da una porta secondaria e su consiglio del mio pediatra prima di portarla a Brindisi l’ho portata a casa e le ho somministrato una Tachipirina.
Arrivati a Brindisi – vi lascio immaginare come è stato il tragitto – hanno fatto nuovamente il tampone alla bambina e a mia moglie e sia lei che mia moglie e sono risultate NEGATIVE.
La bambina è stata ricoverata in Pediatra, immediatamente è stata visitata e hanno iniziato il trattamento farmacologico. Anche il secondo tampone ad entrambe (quello molecolare) è risultato negativo.
Specifico che mentre aspettavo in sala d’attesa altre persone false positive provenienti da Francavilla sono state trattate dopo il tampone che anche a loro è risultato negativo.
Ora io non voglio giudicare nessuno in questo periodo di pandemia maledetto, ognuno di voi si farà un’idea ma alcune considerazioni voglio farle.
La prima è l’efficienza che il Perrino di Brindisi ha dimostrato, ospedale a cui va tutta la mia gratitudine, dal pronto soccorso al reparto di Pediatria. Però io mi chiedo: ammesso che mia figlia fosse stata davvero positiva, è questo il protocollo che si applica su una bambina di pochi mesi con la febbre a 40 e delle convulsioni avute pochi minuti prima?
È normale che mi venga dato un foglio che certifica la positività di due persone con orario completamente sbagliato? Il tampone è stato fatto alle 23 circa ma sul certificato c’è segnato come orario diverse ore prima…
Ho poi saputo che anche nei giorni precedenti molti utenti che si sono rivolti al Camberlingo sono risultati falsi positivi.
Ora, e concludo, posso capire che lo strumento non funzioni a dovere da tempo e dia risultati errati, ma è possibile che nessuno provveda e/o si prenda qualche responsabilità? Io da cittadino e contribuente onesto ho provato una grande vergogna per questa situazione…”