Inizialmente era solo un sospetto, poi è sopraggiunta la conferma empirica a seguito di un esperimento: non sempre per i distributori di carburante si può parlare di convenienza, dato che il prezzo al litro può essere molto relativo rispetto alla strada che poi si fa. Una lettrice si è presa la briga, nei giorni scorsi, di testare due impianti a parità di condizioni: riserva con lo stesso numero di chilometri residui (117) e dieci euro per fare diesel in due occasioni diverse; stessi percorsi, stesse andature.
Prima tappa presso un distributore più “economico” (1,389 al litro per 7,20 litri erogati). Dopo qualche giorno, riecco accendersi la spia arancione della riserva dopo 60,3 chilometri percorsi.
Secondo rifornimento – sempre a parità di condizioni – presso un altro impianto automatico: costo al litro di 1,435 e 6,97 litri erogati sempre con dieci euro. Quindi: costo per litro più alto e minore quantità di carburante. E però 61 chilometri percorsi, ossia 700 metri in più rispetto all’altro rifornimento.
Numeri destinati, ovviamente, a crescere proporzionalmente col crescere della quantità di denaro spese.
Qual è stato il risultato e quali sono le conclusioni? “Paradossalmente è stato più conveniente fare gasolio a un costo più alto che a un costo inferiore, dato che poi ho fatto più strada. Da cosa sia dipeso non so, io ho guidato come sempre e ho percorso più o meno gli stessi tragitti di sempre. Quindi il mio invito è a prestare molta attenzione e a farsi due conti anche perché con la tecnologia di serie dei veicoli moderni l’operazione non è neppure difficile, risulta tutto. Così, giusto per risparmiare qualcosa, a dispetto delle apparenze, e per non sentirsi presi per i fondelli”.
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