In primo grado ha avuto ragione la banca, in secondo grado ha avuto ragione il cliente. Quest’ultimo, un artigiano di Oria, per il tramite del proprio avvocato di fiducia Giuseppe D’Ippolito del Foro di Taranto, aveva lamentato ingiusti prelievi da parte del noto istituto di credito dal suo conto corrente, giunto a un passivo – ritenuto iniquo dalla Corte d’Appello di Lecce – di oltre 25mila euro. Dei giorni scorsi l’accordo transattivo tra le parti, con la banca che ha accettato di azzerare il passivo e di versare direttamente sul conto del cliente 55mila euro.
Se nel giudizio di primo grado, infatti, il magistrato aveva ritenuto non del tutto provato il presunto credito vantato dal cliente, in secondo grado la corte ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio al fine di ricontabilizzare il rapporto. Un’operazione, questa, negata dal primo giudice e invece accordata dal secondo. Il consulente tecnico ha quindi messo mano ai conti e notato come effettivamente la società bancaria avesse un po’ esagerato sulle “competenze”. I giudici d’appello hanno preso atto della relazione depositata e rinviato la causa per la precisazione delle conclusioni al 14 aprile 2021.
Nel frattempo, però, anche in considerazione dell’esito ormai scontato del processo, il legale e la stessa banca hanno deciso di scendere a patti e di trovare un punto d’incontro onde evitare ulteriori strascichi giudiziari. La transazione si è conclusa con un accordo in forza del quale, appunto, l’istituto di credito s’impegna innanzitutto ad azzerare il saldo passivo del conto corrente (25.674,58 euro) e contestualmente a effettuare un bonifico di 55mila euro sullo stesso conto del correntista che, in totale, ci ha guadagnato o, per meglio dire, ha riavuto indietro qualcosa come 80mila euro. Non certamente spiccioli, specie in un periodo come questo e per un settore, quello dell’artigianato, in sofferenza come e più di tanti altri. L’uomo, sospettate delle ingiustizie da parte della banca, ha deciso di vederci chiaro e si è rivolto all’avvocato. A distanza di anni dalla prima azione civile, insomma, il cliente si è scoperto creditore e non già debitore della banca.
Eliseo Zanzarelli
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