Negozi chiusi, saracinesche sollevate. Così la protesta pacificissima, ma non per questo meno nervosa, dei commercianti francavillesi andata in scena questa mattina (7 aprile) in via Roma a Francavilla Fontana. Come diverse altre categorie, anche il commercio non alimentare è in ginocchio a causa delle restrizioni imposte nell’ultimo anno e, in particolare, a causa di quelle da zona rossa (fino a Pasquetta, per giunta, rafforzata). Da una parte, l’impossibilità di guadagnare; dall’altra, il ritardo nei cosiddetti ristori, sostegni o che dir si voglia. Il settore avverte la crisi ed è allo stremo: senza poter vendere, a lungo andare, non ci sarà neanche modo di fare la spesa o concedersi qualche piccola soddisfazione, com’è giusto che sia quando si lavora. Ed è questo il nocciolo della questione: quanti protestano oggi non chiedono mica la luna e non invocano neppure beneficenza da parte dello Stato. Qualche aiuto magari sì, ma soprattutto la possibilità di lavorare, con tutte le precauzioni del caso: vaccini, mascherine, distanziamento, igienizzazione, ingressi contingentati, ecc. In sicurezza, per quanto possibile, ma soprattutto e fondamentalmente: lavorare.
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