Giornata in memoria delle vittime Covid, le riflessioni della professoressa: “Non siamo più gli stessi”

Di seguito una riflessione della professoressa Carmela Stasi, storica docente del Classico Lilla di Francavilla Fontana, riguardo la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19, celebrata ieri:
Ieri era il 18 marzo 2021, giornata nazionale dedicata alla memoria dei morti per covid. Morti senza il conforto della presenza dei propri cari, senza un abbraccio, senza una carezza.
Tutto il mondo è dolore, lacrime, sconforto. A distanza di un anno niente è cambiato! 365 giorni e ogni giorno è stato il giorno della speranza, dell’attesa di uscire fuori dal tunnel del covid e per tornare a vivere.
Oggi la speranza non c’è più e se si perde la speranza, si perde ogni legame con la  vita.
Sapevamo che il virus sarebbe tornato ed è tornato, era solo andato in vacanza come d’altronde tutti noi.
Non siamo stati capaci di sconfiggerlo, è tornato più che mai aggressivo e con un ricco guardaroba, cambia spesso abito.
Troppo alte le onde
troppo piccola la nave
troppo lontana la costa
troppo spaventata la mente.
Troppo grande la disinformazione e l’incapacità di fronteggiare un nemico invisibile che combatte ad armi impari.
C’è un odore di fine tra un virus che si cambia di abito, tra mascherine non efficaci e vaccino che fanno paura Ancora tanti  morti, tanti ammalati, tante lacrime, tanta sofferenza, ma il mondo va avanti lo stesso.
La primavera è dietro l’angolo, al posto dei fiori, del cielo azzurro, del sole, dell’allegria, c’è il freddo, c’è la paura, la confusione, il silenzio. Uno strano silenzio che si è fatto  uno tra le varie lingue e le appartenenze. In questo silenzio si sente solo il blaterare quotidiano di quei signori che si sentono i padroni della vita altrui.
Le strade sono deserte, le scuole chiuse, tutti a casa, tutto è fermo, siamo inciampati nuovamente nel terribile nemico.
Distanti ma uniti è lo slogan tornato in auge, né baci e né abbracci.
Le nostre abitudini ormai sono cambiate, siamo  allo sbando tra i colori di “zone”di un falso arcobaleno.
Tirare la corda
è stato uno sbaglio,
adesso è il virus
a tenerci al guinzaglio.
La gente è impaurita
sa che deve affrontare rischi e problemi per la risalita
e la strada appare impervia e lunga.
Senza saperlo
eravamo felici,
bastava ben poco, la banale quotidianità
e un gruppo di amici.
L’unica cosa
che adesso vogliamo è vivere, è la libertà, è potersi difendere, è tornare a guardarsi negli occhi nel ricordo di coloro che il virus ha stroncato.
Ela Stasi
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