Furono il vice sindaco di oggi e un suo aiutante a diffamare a mezzo stampa il primo cittadino uscente di Erchie: poco prima di Natale, nei loro confronti il Gip del Tribunale di Brindisi ha emesso un decreto penale di condanna.
È stata una campagna elettorale piuttosto aspra quella che, dopo quasi 15 anni, ha posto fine all’egemonia del centrodestra ad Erchie. Le fazioni contrapposte non se le sono mandate a dire né dai palchi né per strada.
E, infatti, alla vigilia del voto, nella notte tra il 19 e il 20 settembre scorsi, proprio per strada comparvero dei misteriosi stampati di severa critica nei confronti dell’ex sindaco Giuseppe Margheriti – nel frattempo candidato al Consiglio regionale – e della sua “delfina” Chiara Saracino, candidata a prenderne il posto ma poi sconfitta da Pasquale Nicolì.
I destinatari degli insulti, che poco o nulla avevano a che fare con la politica, raccolsero i volantini e li consegnarono ai carabinieri della Stazione ercolana, guidata dal luogotenente Roberto Vincenti. Dopo la querela sporta da Margheriti – assistito dagli avvocati Raffaele Missere e Giuseppe Sorio – e rapide indagini, grazie anche all’acquisizione delle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza sparse per il paese, il caso finì nella titolarità del pubblico ministero Giovanni Marino, che concordò con le ricostruzioni degli investigatori dell’Arma.
Di qui il fascicolo è stato trasmesso al giudice per le indagini preliminari, che ha condannato l’attuale vice di Nicolì Giuseppe Polito e un suo concittadino Damiano Vincenzo Masilla, ritenuto corresponsabile del volantinaggio diffamatorio, peraltro avvenuto in pieno “silenzio” elettorale.
Ora, Polito – difeso dal legale di fiducia Egidio Albanese – così come l’altro presunto correo, potrà proporre opposizione al decreto di condanna nel tentativo di dimostrare la sua estraneità ai fatti o le sue ragioni.
La sua posizione in seno all’Amministrazione non è in discussione, anche se l’opposizione, della quale fanno parte anche Margheriti e la stessa Saracino, sembra pronta a sollevare una questione di opportunità fuori e dentro le sedi istituzionali. Peraltro, sempre a seguito dei fatti esaminati dai carabinieri, poi dalla Procura e avallati dal Tribunale di Brindisi, sono stati avviati altri procedimenti penali non ancora giunti a definizione.
Da quella tormentata tornata elettorale ercolana, insomma, sono già trascorsi tre mesi e mezzo, ma gli strascichi di tanti anni di acerbe contrapposizioni amministrative e personali si fanno ancora sentire, eccome.
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