Castello di Oria ancora chiuso: associazioni locali e nazionali chiedono di partecipare al procedimento

“Lo Stato deve mettere ogni cittadino nelle condizioni di poter leggere la bellezza che lo circonda…

… perché la bellezza funzioni da volano per il rilancio del nostro Paese, essa deve divenire un valore diffuso, socialmente condiviso e sostenuto,  ma se lo spazio circostante è degradato, se le istituzioni, i cittadini, i commercianti, gli operatori turistici non comprendono…”.

Chi scrive è Massimo Bray, ex ministro della Cultura, oggi assessore al Turismo e alla Cultura della Regione Puglia, parole che sembrano calarsi perfettamente nella realtà di Oria e delle vicissitudini del suo Castello.

Era il 2008 quando il Castello passò di nuovamente di mano, fu un passaggio di testimone tra due famiglie, dai Carissimo ai Romanin, due importanti famiglie con una visione diversa. Entrambe, divenute proprietarie, hanno investito sull’immobile dei denari importanti.

I Carissimo effettuarono un restauro conservativo, per viverci e per metterlo a disposizione dei visitatori oritani e forestieri così come recita l’atto di permuta del Castello del 1933. I Romanin anche loro hanno investito dei denari, in questo caso euro, per effettuare non un restauro ma una ristrutturazione finalizzata a fare del maniero un salone per ricevimenti ma in qualche caso, sembra, in barba ad un po’ di leggi dello Stato: 13 persone rinviate a giudizio, i proprietari condannati, il Castello sequestrato per diversi anni.

Sembra che una convenzione tra cittadini oritani e i Romanin stenderà un velo pietoso sugli ultimi burrascosi trascorsi oltre che su una servitù ed un interesse pubblico che si sono perpetuati per più di 70 anni da cui discernerebbe un diritto di tutti a vedere aperto il Castello.

I termini della convezione, la linea “morbida” dell’Amministrazione e la relativa procedura non hanno però soddisfatto il Presidente del Consiglio Comunale di Oria, che lo scorso 30 novembre ha chiesto un supplemento di istruttoria e di pareri se si vuole sottoporre al vaglio del Consiglio Comunale un cambio di destinazione urbanistica.

Per fortuna, come invocato dall’assessore Massimo Bray, alcuni cittadini si stanno adoperando per il rispetto dei diritti di tutti e così alcune associazioni oritane, prima Legambiente e poi Mente Civica, hanno chiesto di poter essere parte del procedimento che vorrebbe consentire al Castello di essere trasformato in una sala ricevimenti, cosa che non si potrebbe fare perché se lo si fosse potuto fare, la cosa sarebbe avvenuta già da diversi anni.

E per ultimo, anche se si ha notizia dell’arrivo di altre associazioni avente carattere nazionale, anche il presidente regionale di Italia Nostra, l’avv. Cosimo Manca, ha chiesto al Protocollo del Comune di Oria, lo scorso 30 dicembre, di poter essere parte del procedimento che consentirebbe al Castello di Oria di ottenere un cambio di destinazione urbanistica per quello che a quanto pare è un bene di interesse nazionale.

Ed inoltre, sempre Italia Nostra, “chiede di conoscere quali sono state le eventuali attività sanzionatorie amministrative avviate da Codesta Amministrazione… per violazioni urbanistico/paesaggistiche/storico-archeologiche inerenti il detto castello”. Il presidente di Italia Nostra vuole sapere se gli oritani abbiano preso soldi dai Romanin per i danni ricevuti.

Nell’attesa di conoscere il prosieguo, il Castello continua a rimanere chiuso, quando invece dovrebbe essere aperto, ed anche questa Amministrazione latita sul rispetto di una norma contrattuale che il Castello lo vorrebbe aperto come lo è stato dal 1936 al 2007.

Purtroppo, come dice l’ssessore al Turismo Massimo Bray, “se le istituzioni, i cittadini, i commercianti, gli operatori turistici non comprendono”… il Castello continuerà a rimanere chiuso o per vederlo aperto si sarà a vederlo trasformato in un parco ricevimenti ed avere la fortuna di essere tra gli invitati del matrimonio.

Oh che bel castello ma con dirodirondello… 

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