L’opinione: “Le luminarie fastose di Oria? Per me non gioia ma stretta al cuore: forse quest’anno si poteva evitare”

Una premessa: le luminarie natalizie piacciono, normalmente, a tutti e colorano quello che da molti viene definito il periodo più magico dell’anno. Detto ciò, quest’anno non può proprio definirsi un periodo, questo, simile a quello degli altri anni, per via della pandemia e delle restrizioni a essa legate. Così, più che in passato, si è scatenato un dibattito circa l’opportunità di addobbare ed abbellire le città con le lucine festanti. C’è chi sostiene che almeno distraggano dai problemi quotidiani e in parte addolciscano sofferenze e malumori; c’è chi sostiene che, stavolta, si sarebbe potuto evitare. In questa seconda scuola di pensiero si colloca l’opinione della professoressa Carmela Stasi (storica docente di Storia e Filosofia al Classico di Francavilla Fontana, nonché sindacalista della scuola) che si riporta qui di seguito:
La professoressa Carmela Stasi

“Le luminarie fastose di Oria per il Natale 2020 non donano gioia ma solo infinita tristezza. E’ vero che la luce è il simbolo della speranza! Ma tutte quelli luci nei momenti pieni di sofferenza dell’oggi non recano gioia e il pensiero va a coloro che ogni giorno muoiono, a coloro che per vivere sono attaccati a zattere metalliche e a chi non riesce a mettere un pasto in tavola. Grazie Sindaco per il bellissimo regalo che hai fatto a Oria al tempo del Covid, una bellissima iniziativa… Ieri sera, mi sono imbattuta in tutta quella luce e ho avvertito una stretta al cuore. Come si fa a pensare di illuminare come non mai e molto tempo prima del Natale un paese come Oria che come tutt’Italia piange i suoi morti e soffre per gli ammalati?”

Le foto a corredo del post sono di Debora Mele e, ovviamente, non hanno a che fare col contenuto del post stesso. 

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