Di seguito il racconto di una giornata-tipo in tempo di Covid da parte di una farmacista che opera nella Città degli Imperiali:
Suona la mattina la sveglia, di corsa in farmacia, camice, mascherina Ffp2 e banco, suona il telefono, cliente al banco, risuona il telefono: “Dottoressa, sono io, ho il Covid (tosse di sottofondo), potete consegnare i farmaci?” e così tanti altri.
L’angoscia, la paura, i numeri dichiarati corrispondono molto poco a quelli reali, intere famiglie contagiate.
“Buongiorno”, fa cliente in presenza, “mi servirebbe xxx”
“Certo! Sono 7 €”.
Si abbassa la mascherina, si lecca il dito e mi porge la 10€
“Ma cosa fa? Ma si rende conto? Stiamo combattendo cosa?”, gli faccio.
Paga, impreca, bestemmia mi manda a quel paese e se ne va.
Disinfetto le mani, il banco, disinfetterei anche l’aria che respiro se potessi.
Telefono, un altro paziente chiede informazioni su come fare un tampone, a chi telefonare; nel frattempo al banco la collega si agita con un negazionista, dietro di lui in attesa una vecchietta con la mascherina sotto il naso, vede l’amica e se l’abbassa per parlare.
Solo chi lavora nel sanitario può accorgersi di quanto veramente grave sia la situazione, perché ci sono dati poco corrispondenti alla realtà.
Siamo in un tunnel, da cui usciremo tardi, ahimè, impreco, e m’immagino Dio che cerca di bloccare il vento con le mani.
Siamo stati lasciati alla responsabilità di ognuno di noi. Ma nell’essere umano è insita la strafottenza. Allora se non possiamo gestire le vite degli altri almeno facciamolo per noi stessi, per i nostri figli e per le nostre famiglie.
Il Covid non è quello che sentite in tv o nei dati cittadini, il Covid è molto di più, ci ha tolto il sorriso, la forza di un abbraccio, la tranquillità dello shopping, la bellezza di un evento, ma non perdiamoci d’animo e rispettiamo le regole, perché la vera realtà è veramente terrificante.
L.S.