Se l’articolo pubblicato venerdì da Lo Strillone abbia contribuito o meno alla causa, poco importa. Quel che conta è che, a distanza di appena due giorni da quella pubblicazione, quando ormai la speranza di salvare l’Acr sembrava ridotta al lumicino, don Raffaele Giuliano ha compiuto l’auspicato passo indietro. L’Azione Cattolica Ragazzi di Torre Santa Susanna, fra le più attive e partecipate dell’intera Diocesi, non chiuderà più. Il sacerdote lo ha comunicato durante la celebrazione della messa domenica mattina, spiazzando le volontarie e le mamme dei 150 ragazzi che ne fanno parte e riaccendendo così quell’entusiasmo che pareva definitivamente spento dopo quella decisione all’apparenza irrevocabile. Don Raffaele, stando a quanto appreso nei giorni scorsi, aveva annunciato la decisione di chiudere dopo 30 anni di storia l’Acr della Chiesa Madre “perché – questa la motivazione – si tratta di un percorso diverso da quello del catechismo”.
Mamme e volontarie avevano dovuto anche consegnare le chiavi, lasciando con esse la speranza di poter riaprire un confronto che permettesse a quella porta di non chiudersi per sempre. Non è stato così. Almeno fino a ieri quando, 48 ore dopo la pubblicazione della notizia su Lo Strillone, don Raffaele ha annunciato che no, l’Acr di Torre non chiuderà più. Non si sa cosa abbia convinto il parroco a ripensare la sua decisione: forse il clamore della notizia, forse il dolore delle mamme, delle volontarie e dei tanti ragazzini che avrebbero un importante punto di riferimento e ritrovo; forse una mano calata dall’alto: si vocifera di un intervento del vescovo Vincenzo Pisanello. Ripetiamo: non importa. L’Acr di Torre potrà continuare a educare e formare decine, centinaia di futuri cittadini ancora per molto. Ed è questo, a conclusione della vicenda, quel che conta davvero.
E. M.