I dettagli dell’indagine “Cani sciolti”, tra colpi messi a segno e programmati. L’emergenza Covid-19 ne ha scongiurato qualcuno


Alle prime luci dell’alba del 15 maggio 2020, a Ostuni e Ceglie Messapica, i carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni, coadiuvati nella fase esecutiva da personale del Comando provinciale di Brindisi, dallo Squadrone eliportato carabinieri “Puglia”, dal 6° Nucleo elicotteri dei carabinieri di Bari e dal Nucleo cinofili della guardia di finanza di Brindisi, hanno dato esecuzione a un’ordinanza (n. 1245/20 R.G.N.R. e n. 1191/2020 R. G. G.I.P.), applicativa della misura della custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, nei confronti di 8 soggetti residenti in quei centri.In particolare, l’Ufficio del Gip del Tribunale di Brindisi, accolto pienamente l’impianto accusatorio formulato nella richiesta di misura depositata dal Pm Paola Palumbo, ha emesso:

a. Ordinanza della custodia cautelare in carcere nei confronti di tre soggetti:

1. BARNABA Mariano, nato a Brindisi, il 7 marzo 1992, residente a Ostuni;

2. SANTORO Giuseppe, nato a Fasano il 20 febbraio1992, residente ad Ostuni;

3. TANZARIELLO Francesco, nato ad Ostuni il 29 settembre 1963, senza fissa dimora.

b. Ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari, nei confronti di 5 soggetti:

1. BARNABA Francesco, nato a Ostuni il 30 luglio1960, ivi residente;

2. BORSELLINO Margherita, nata a Ostuni il 22 aprile 1963, ivi residente, moglie di Barnaba Francesco;

3. MILONE Oronzo Gaetano, nato ad Ostuni il 20 maggio 1992, ivi residente;

4. CANTORE Gennaro, nato ad Ostuni il 12 gennaio 1971, ivi residente;

5. SUMA Rocco, nato a Ceglie Messapica l’11 novembre 1985, ivi residente.

All’esecuzione dei provvedimenti cautelari personali, coordinata dal Comando provinciale dei carabinieri di Brindisi, hanno partecipato 50 militari unitamente ai colleghi del Nucleo elicotteri di Bari e dello Squadrone eliportato Cacciatori “Puglia”.

I reati contestati sono: “associazione per delinquere”, “rapina aggravata”, “ricettazione” (relativamente a due autovetture utilizzate per compiere rapine e relativamente all’acquisto di un’arma (pistola 357 Magnum) da utilizzare per compiere gli stessi delitti, “detenzione e porto illegale di arma da fuoco”,“detenzione e porto illegale di arma da guerra (Kalashnikov) ad elevatissima potenzialità offensiva”, “acquisto e detenzione illegale di un’arma comune da sparo (pistola a tamburo)”.

L’attività d’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni, trae origine da una serie di rapine commesse nel territorio della Compagnia di San Vito dei Normanni tra l’1 e il 7 marzo scorsi. Gli elementi acquisiti hanno indotto gli investigatori a ricondurre i diversi episodi delittuosi alla medesima matrice – simili per modus operandi – individuata in un gruppo di rapinatori suddiviso in due squadre, in grado di operare simultaneamente.

I risultati investigativi, riassunti nell’informativa dei Carabinieri e riportati nella richiesta di misura presentata dalla Procura della Repubblica di Brindisi, hanno disvelato l’esistenza e l’operatività di una pericolosa associazione per delinquere ben strutturata e radicata sul territorio, finalizzata a commettere reati contro il patrimonio (rapine, estorsioni e furti) anche con l’uso delle armi.

Il capo dell’associazione, individuato in Mariano Barnaba, aveva poteri organizzativi e direttivi avvalendosi della collaborazione di:

– SANTORO Giuseppe, braccio destro di Mariano nella fase di pianificazione dei colpi, con l’ulteriore compito di intimorire e aggredire le vittime;

– TANZARIELLO Francesco, il quale oltre a compiti organizzativi, si occupava di reperire i mezzi da utilizzare negli assalti e di effettuare i sopralluoghi degli obiettivi scelti.

Della medesima organizzazione facevano poi parte:

– MILONE Oronzo Gaetano e S.A. (quest’ultimo denunciato a piede libero) con il compito di autisti e, oltre ai sopralluoghi, si dovevano occupare di nascondere i veicoli necessari per l’azione delittuosa da compiere;

– F. R. che coadiuvava BARBANA nella scelta degli obiettivi da colpire e nell’occultamento delle armi;

– i genitori di Mariano, BARNABA Francesco e BORSELLINO Margherita, i quali provvedevano a reperire i mezzi “puliti” noleggiati tramite la loro società Pharmasud S.r.l., messi poi a disposizione del “gruppo di fuoco”.

Gli stessi, nel ruolo di associati con compiti di “supporto logistico e materiale”, utilizzavano la Pharmasud S.r.l. (attiva nel settore dei prodotti e delle attrezzature farmaceutiche) di loro proprietà, come società a cui intestare i noleggi di autovetture pulite che il gruppo di fuoco, al termine degli assalti, poteva utilizzare per guadagnarsi la fuga in sicurezza.

L’indagine, effettuata sotto la costante e attenta guida della Procura di Brindisi, ha consentito:

a. di denunciare a piede libero complessivamente 11 persone, inserite a vario titolo nelle dinamiche delinquenziali;

b. di evidenziare e comprovare il vincolo associativo tra i partecipanti;

c. di raccogliere elementi di prova relativamente alla rapina commesse presso la filiale della Banca Sella di San Michele Salentino il 5 marzo scorso;

d. di evidenziare il modus operandi della banda nella programmazione e nella concretizzazione degli atti delittuosi, sia relativamente alle fasi operative sia rispetto ai necessari supporti logistici e materiali (armi, autovetture, luoghi di occultamento);

e. di documentare la pianificazione e i sopralluoghi preventivi a imminenti assalti presso i seguenti obiettivi (colpi non messi a segno soltanto per i rischi derivanti dai massicci controlli di forze dell’ordine in ragione del protocollo COVID-19):

– Cash and Carry “Pantamarket di Fasano”;

– Ufficio Postale di Montalbano di Fasano e Ostuni;

– Banca Monte dei Paschi di Ostuni;

– Istituto di Credito Cooperativo di Martina Franca (TA);

f. di documentare una serie di pianificazioni relative all’assalto di furgoni portavalori;

g. di documentare una serie di pianificazioni relative all’assalto a TIR e camion in transito sulla SS379;

h. di documentare la pianificazione e il sopralluogo effettuato presso l’abitazione di due coniugi residenti sulla marina di Ostuni, nei confronti dei quali il sodalizio avrebbe dovuto compiere una rapina in villa, per impadronirsi di 200 mila euro in contanti;

i. di documentare e riscontrare il possesso di armi, anche da guerra, acclarato dal sequestro a carico di ignoti della pistola TAURUS 357 MAGNUM con relativo munizionamento;

j. di documentare il nuovo approvvigionamento di armi a seguito del sequestro della suddetta pistola, effettuato dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile;

k. di documentare la ricettazione di due autovetture. Una di queste è stata utilizzata per compiere la rapina presso la Banca Sella di San Michele Salentino mentre la seconda – nella disponibilità del sodalizio – è stata sequestrata nel corso delle esecuzioni.

Dalle indagini è emerso che il sodalizio capeggiato da BARNABA e SANTORO, una volta individuato l’obiettivo da colpire, era solito incontrarsi per analizzare le informazioni raccolte e approfittare magari di alcune debolezze dei gestori o dei dipendenti ivi presenti. Chiarito ciò, la fase successiva era incentrata sulla suddivisione dei compiti tra i membri della banda e sul reperimento delle armi e delle autovetture da utilizzare.

Dunque, due gruppi coordinati da BARNABA Mariano, uno operativo e composto da MILONE, CANTORE, TANZARIELLO e SANTORO ed uno logistico composto dai genitori BARNABA Francesco e BORSELLINO Margherita e da un’altra donna denunciata a piede libero.

Gli stessi si avvalevano anche di altri soggetti, esterni all’associazione, per procurarsi informazioni sugli obiettivi e le armi da utilizzare durante gli assalti, tra cui anche Kalashnikov.

Tra questi soggetti, è stato colpito dalla misura degli arresti domiciliari il cegliese SUMA Rocco, indagato proprio per ricettazione e per aver, in concorso con gli altri, procurato una pistola 357 Magnum che BARNABA aveva nascosto all’interno di un muretto a secco nei pressi del suo terreno (sequestrata nel corso dell’indagine dai carabinieri).

Come si evince dall’Ordinanza del G.I.P., oltre alle rapine perpetrate sul territorio della Compagnia di San Vito dei Normanni, numerosi sono stati i sopralluoghi documentati nel corso dell’indagine, sia presso esercizi commerciali sia presso banche e uffici postali di Fasano (BR) e Martina Franca (TA), nonché presso un’abitazione privata, ubicata sul territorio di Ostuni (BR).

Per quest’ultimo piano delittuoso, la banda ha effettuato diversi sopralluoghi presso l’obiettivo da colpire che avrebbe fruttato 200 mila euro in contanti.

Sempre nelle fasi dell’indagine sono emersi elementi indiziari nei confronti del medesimo sodalizio criminale, anche relativamente ad altri fatti delittuosi cruenti, verificatisi nella provincia di Brindisi.

Considerata l’urgenza, l’efferatezza delle azioni delittuose poste in essere e di quelle programmate, nonché la pericolosità del sodalizio criminale, la Procura della Repubblica di Brindisi ha lavorato intensamente per chiudere il cerchio in tempi rapidissimi, depositando le risultanze al G.I.P. che ha condiviso pienamente tutta la ricostruzione investigativa e l’impianto accusatorio.

Con le numerose difficoltà legate all’attuale periodo storico, sono stati assolutamente premianti la sinergia e il coordinamento tra Procura della Repubblica e i carabinieri poiché ogni azione dei criminali era costantemente monitorata dal pubblico ministero, tempestivamente riportata dai Carabinieri del N.O.R. di San Vito dei Normanni che nel frattempo seguivano passo-passo gli indagati sul campo, con intercettazioni e pedinamenti, pronti ad intervenire rapidamente, nel caso in cui si fosse concretizzato un assalto.

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