Di seguito la lettera “aperta” che un cittadino-lettore di Francavilla Fontana ha scritto al… Coronavirus:
Sig. Corona Virus,
quando ho visto i miei simili che di te avevano paura, in quel preciso momento ho realizzato che eri davvero tra noi. Eri tra noi esseri umani che purtroppo di questo pianeta ci sentiamo invincibili padroni.
Dicono che vieni dalla Cina. Ma nessuno ti ha visto arrivare e nessuno sa con certezza dove andrai. Sei apparso in un tempo in cui mentre il mondo cristiano si preparava ad accogliere in lacrime il salvatore dell’umanità, quello orientale si preparava ad accogliere ridendo un nuovo anno. Da una parte il riproporsi di un rinascimento etico ed umanistico e dall’altra il mascheramento di essi.
Ora vorrei chiederti molto umilmente perché sei qui? Quale è la tua missione? Non sei certamente venuto per visitare luoghi ameni o essere ospite di persone solidali. Ti informo che il nostro organismo da millenni ospita altri della tua famiglia e ti assicuro che conviviamo in piena armonia. Tu invece non hai avvisato nessuno anzi, ti sei mimetizzato così bene che quando ci siamo accorti della tua presenza siamo entrati in crisi, ci mancava il respiro e ti assicuro non per la sorpresa né per la gioia.
È stato così complicato farti capire che non potevamo accoglierti che per riuscirci abbiamo dovuto sbarrare la porta, rinchiuderci in casa, evitare i gesti più affettuosi tra noi umani, quei gesti di cui tu ignori l’esistenza. E come hai reagito? Ti sei arrabbiato, e rimbalzando in ogni luogo da persona in persona, hai inseminato tutti coloro che hai colpito. Molti di questi li hai uccisi. Hai colpito meschinamente e vinto sui più deboli i più indifesi ma anche i più coraggiosi.
Caro Corona, hai voluto come alcuni tuoi antenati (tentativi anch’essi falliti) fare un salto biologico di milioni di anni, ma questo devi sapere non ti è concesso. Il nostro organismo per divenire la casa che tu vuoi abusivamente occupare ha avuto una evoluzione che neanche immagini. La tua è ferma all’origine della specie, non ti sei evoluto prova ne è che non sai leggere chi ti ospita né scrivere ad esso.
La tua presenza invece è vincolata alla nostra memoria a ciò che noi scriveremo di te. Ti nascondi sempre e ti rendi indecifrabile, stai vincendo qualche battaglia ma stanne certo perderai la guerra. Il tuo attacco criminale ci ha provato ma non ci abbatterà anzi ci ha rafforzato, ci sentiamo più forti, di una forza gentile. Se poi questa voleva essere la tua missione ebbene ci sei riuscito, e se era veramente questa beh allora grazie di averci svegliato dal letargo. Un letargo dove l’invidia, la falsità, l’egoismo ed il menefreghismo avevano loro si occupato prima di te il nostro organismo.
Ora tu spaventandoci ci hai obbligato a fermarci, a riflettere sul valore della famiglia, dell’amicizia e delle relazioni con gli altri ed infine ma non per ultimo sul senso della vita.
Addio.
Piero Nardelli