Giornata mondiale contro il cancro, le riflessioni di chi lo vive da vicino: «Quaggiù è ancora più dura…»

Si riporta qui di seguito una nota con alcune riflessioni, inviata in redazione da una lettrice (che evidentemente vive la situazione da vicino) nella Giornata mondiale contro il cancro:

Lasciate ogni speranza voi che entrate! È la scritta posta sulla porta dell’Inferno dantesco ma dovrebbe essere anche la scritta da mettere all’ingresso di molti ospedali!

Questa non è una storia di cattiva o buona sanità ma semplicemente uno sfogo di chi sta vivendo quotidianamente a contatto con queste strutture.

Premetto che grazie a Dio è la prima volta che abbiamo a che fare con la parolona tumore così da vicino, ma si sa oramai è purtroppo come l’influenza e bisogna sperare soltanto che ci prenda lievemente.

Ed è per questo che quando ricevi tale notizia inizia un calvario fatto di tanti punti interrogativi.

È un cammino fatto di tanti volti, tante storie, di dottori di poche parole, ma onesti e sinceri, dottori di fama ma umili, ma anche dottori e infermieri che danno solo aria alla bocca!

Sì, perché a chi si trova nella nostra situazione non si può dire “fate i viaggi della speranza quando qui abbiamo tutto!” e poi ti ritrovi un reparto nuovo di zecca abbandonato, stanze usate come depositi per letti rotti e fascicoli ammassati.

E, paradossalmente, pazienti oncologici che fanno la chemio in una stanza piccola, vuota, triste, usata anche per accogliere chi vuole informazioni.

Mi dispiace tanto ma qui non abbiamo proprio nulla, non abbiamo tatto, comprensione. Noi i viaggi della speranza come molti di voi li facciamo per salute, lavoro, istruzione e nessuno può giudicarci per questo, se crediamo in qualcosa di migliore.

Perché la gente oramai pensa più a giudicare che a comprendere, nessuno nasce preparato per il tumore come per tutto nella vita; quindi riguardatevi dall’alto del vostro piedistallo intellettuale dall’esprimere sentenze e non chiamate la gente chiedendo solo di cosa ha detto o fatto il dottore e poi il giorno dopo che è Natale l’abbandonate!

Non si ha bisogno di consiglieri ma di amici veri che non chiedano del problema ma che ti facciamo dimenticare di avere un problema!

Spero che queste mie parole non vengano prese come una critica ma facciano solo riflettere sulla vita!

E inoltre vorrei informarvi (visto che nessun medico lo dice e ne sa l’esistenza) di una lodevole iniziativa che ha portato alla formazione di una struttura operativa chiamata CORO (Centro di orientamento oncologico) che serve appunto ad orientare i pazienti oncologici fin dall’inizio del percorso seguiti costantemente da medici e infermieri.

Il Coro si trova a Brindisi e Francavilla ma in quest’ultima il medico e l’infermiere sono in malattia da un po’ (ecco il perché dei viaggi della speranza).

Grazie e scusate lo sfogo. 

P.S.: questo è il punto di vista del paziente, che io ho voluto mettere nero su bianco, anche perché quando in famiglia c’è questo problema è un po’ come se ce l’avessimo tutti…

 

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