Unione Studenti: «Andata senza ritorno, dove finiscono i giovani francavillesi?»

Antonio De Simone

Si riceve e pubblica:

Partire o tornare, senza sapere quando, andata senza ritorno. Non sono solo i versi di una nota canzone di Giusy Ferreri, ma sono i quesiti e le domande dei tanti giovani pugliesi che continuano a lasciare la nostra terra e che si apprestano ad introdursi nel mondo del lavoro o che si spostano verso Nord per poter completare gli studi.

Secondo il Rapporto Svimez 2019 sull’economia e la società del Mezzogiorno, a partire dagli inizi degli anni 2000, più di 3 milioni e mezzo di studenti sono stati costretti ad abbandonare gli studi, a seguito dei numerosissimi attacchi subiti dal mondo dell’istruzione, ad un impoverimento diffuso delle condizioni materiali ed un accentramento di ricchezze verso l’alto che ha aumentato così il nodo delle disuguaglianze.

Ben 36.000 sono i giovani che solamente negli ultimi due anni hanno lasciato la nostra terra.Tanti quanto gli abitanti di una cittadina come Francavilla. Si calcola che circa il 45% dei ragazzi pugliesi con un curriculum comprendente un titolo di studio universitario, e comunque un elevato livello di istruzione, lasciano la regione in modo definitivo, mossi non solo dalle speranze ma anche dal riscatto sociale.

Dalla Puglia, dando uno sguardo in casa nostra, cosa accade nel nostro territorio?

In una terra senza stimoli, il 36,4% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non studia né lavora e quasi 1 giovane su 2 è disoccupato.

Qui si continua a lasciare ampio spazio a quelle aziende che dai giovani ne traggono solamente agevolazioni fiscali assumendo nuovo personale non formato, senza tutelare i posti di lavoro a personale già qualificato e da loro formato, ma ingiustamente sospeso dall’attività lavorativa.

Sono un esempio nel territorio locale i tantissimi neo-diplomati provenienti dall’istituto industriale assunti con contratto di somministrazione, sfruttati per un periodo massimo di 12 mesi fino alla scadenza del contratto, in cui non si viene più assunti dall’azienda, ritornando così punto e a capo.

La questione giovanile locale e regionale continua così a rappresentare una ferita ancora aperta, in cui l’immobilismo politico basato sul principio del ‘tutto scorre’, sembra non voler trovare quei punti di sutura necessari per fermare questa sanguinosa emorragia di partenze dei giovani.

Per questi motivi abbiamo deciso di convocare per domenica 17 novembre a Bari una grande assemblea regionale.
Ambiente, lavoro, sviluppo ed istruzione sono i quattro tasselli fondamentali che compongono la nostra idea di società e da cui ripartire.

La “Puglia del futuro” è una dichiarazione programmatica, un progetto di Regione che deve fondarsi su quattro direttrici fondamentali: accesso universale alla formazione in maniera permanente in tutto l’arco di vita ed aggiornamento a fronte dei cambiamenti in corso; l’attivazione di un sistema integrato di welfare cognitivo che garantisca a tutti il diritto alla formazione; trasformazione delle abitudini e dei piani per la mobilità in chiave ecologica; organizzazione di nuove forme di partecipazione attiva al bene comune per sostenere energie ed intuizioni di tutti gli attori presenti nella società.

Invitiamo tutte le realtà studentesche e del mondo della formazione a riunirci in una grande Assemblea Regionale il 17 novembre a Bari.

L’unione fa la forza: costruiamo la Puglia del futuro!

Antonio De Simone

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