Falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e falsa attestazione o dichiarazione di un pubblico ufficiale sull’identità o le qualità professionali proprie o altrui. Sono queste le contestazioni sulla base delle quali il procuratore aggiunto di Napoli Vincenzo Piscitelli ha chiesto lo scorso 6 giugno il rinvio a giudizio dell’ex deputato e sottosegretario alla Giustizia Luigi Vitali, oggi in corsa per l’elezione, in qualità di membro laico, al Consiglio superiore della magistratura.
Il politico di Francavilla Fontana avrebbe consentito l’ingresso in carcere, spacciandola per propria collaboratrice con rapporto stabile e continuativo, della concittadina giornalista free lance, all’epoca corrispondente di panorama e del sito “The Front Pace” Annalisa Chirico – imputata a propria volta – nel carcere di Poggioreale, nel capoluogo campano.
I fatti si sarebbero verificati il 24 ottobre 2011, quando Vitali e Chirico avrebbero compilato all’ingresso della casa circondariale partenopea il modulo predisposto dall’amministrazione penitenziaria.
Un modulo secondo il quale Chirico era una stretta collaboratrice di Vitali. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 10 ottobre.
Non questo l’unico processo che pende sul capo dell’ex inquilino di Montecitorio, già imputato, insieme con metà Consiglio comunale in quota centrodestra a Francavilla durante la scorsa amministrazione, in quello sull’affaire nuove farmacie nella sua città. Qui la prima udienza dinanzi al Tribunale di Brindisi in composizione collegiale è fissata per il prossimo 4 novembre.
In teoria, questa nuova grana giudiziaria potrebbe compromettere soltanto sotto un profilo politico e morale la candidatura di Vitali al Csm, dato che soltanto in caso di condanna definitiva si verificherebbe la decadenza di diritto di uno dei membri dell’organo di autogoverno dei magistrati.
Nel caso di indagini e processi in corso la sospensione dall’incarico è invece facoltativa.
Ad ogni modo, per sapere se l’ex deputato di Forza Italia, attualmente coordinatore provinciale del partito e consigliere comunale a Francavilla, siederà allo stesso tavolo decisionale del presidente della Repubblica, del primo presidente e del procuratore generale della Corte di Cassazione (oltre che di tutti gli altri componenti togati e laici del Csm), si dovrà attendere almeno fino a lunedì, dopo che nei nove scrutini precedenti il francavillese non è riuscito a raggiungere il quorum fissato per l’elezione da parte dei due rami del Parlamento.