di EMILIO MOLA
Il sistema ha del cervellotico, ma ovviamente una sua logica. Il voto espresso da un consigliere comunale di Francavilla Fontana vale più di quello dato da un suo collega di Erchie, quello di Mesagne conta più di quello di Villa Castelli, e così via. Si chiama “voto ponderato”, ed è il sistema con cui saranno eletti il 12 ottobre prossimo il futuro presidente della Provincia di Brindisi e i 12 consiglieri provinciali. Come noto, dopo la recente riforma, a votare non saranno più i cittadini, ma solo i consiglieri comunali e i sindaci della provincia. Per quella di Brindisi gli aventi diritto al voto saranno quindi 360, e solo loro potranno recarsi alle urne.
Tutto qui? Assolutamente no, perché la vera novità di queste elezioni di secondo grado, su cui urge fare un briciolo di chiarezza, è come si diceva il “voto ponderato”. Lo spirito del sistema è il seguente: dal momento che i comuni di una provincia, per ragioni soprattutto demografiche, non sono tutti uguali, è giusto anche che questa “differenza” di peso si rifletta al momento del voto. Nel territorio provinciale Mesagne è molto più grande di Torchiarolo? Sì: allora il voto di un consigliere comunale di Mesagne dovrà pesare sul computi finale più di quello espresso da un suo omologo di Torchiarolo, e via elencando. Ieri i tecnici della Provincia, seguendo le istruzioni dettate dall’apposita circolare ministeriale, hanno stilato una tabella che distingue i 360 elettori in 3 fasce, contraddistinte da altrettanti colori:
– Fascia grigia (comuni con popolazione da 5.000 a 10.000 abitanti): Villa Castelli, Erchie, San Donaci, Torchiarolo, San Michele Salentino
– Fascia rossa (comuni con popolazione da 10.000 a 30.000 abitanti): Mesagne, Ceglie Messapica, San Vito dei Normanni, Carovigno, Oria, Latiano, San Pietro Vernotico, Cisternino, Torre Santa Susanna, San Pancrazio Salentino
– Fascia verde (comuni con popolazione da 30.000 a 100.000 abitanti): Brindisi, Fasano, Francavilla Fontana, Ostuni
In teoria i voti della fascia verde varranno più dei voti della fascia rossa che a loro volta peseranno più di quelli della fascia grigia. Ma a conti fatti le cose non stanno proprio così. La legge prevede infatti dei sistemi di calcolo attraverso i quali lo scarto fra le tre fasce è meno marcato di quel che si potrebbe pensare. A riequilibrare il tutto ci sono infatti gli “indici” di ogni singola fascia i quali, moltiplicati per il numero di consiglieri comunali ricadenti in quella stessa fascia, fanno sì che – semplificando – i voti espressi dalla fascia verde valgano 35, quelli della fascia rossa “quasi 35”, quelli della fascia grigia 30 (per la precisione 29,998). Insomma: i giochi sono aperti.