Dopo appena 15 giorni dal precedente arresto, la 37enne brindisina Maria Carmela Soliberto è evasa dai domiciliari in una comunità di Latiano ed è sostanzialmente tornata sul luogo del delitto, ossia dalle parti di piazza Crispi, a Brindisi. I militari della Stazione di Brindisi Centro si sono però imbattuti in lei e non hanno potuto che arrestarla nuovamente, stavolta per evasione, e condurla nel carcere di Lecce. Un paio di settimane fa era stata tratta in arresto per danneggiamento, resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Era stata sorpresa in via Bastioni San Giorgio poco dopo aver danneggiato, senz’alcun apparente motivo, una Daewoo Matiz, di proprietà di un cittadino pachistano, che era parcheggiata in strada (cristallo posteriore destro infranto con un martelletto rompi-vetro). Dopodiché si era diretta verso altri veicoli in sosta, salvo essere immobilizzata dai militari, che aggredì con calci e pugni in varie parti del corpo. Trasportata nella vicina caserma dell’Arma, la 37enne aveva danneggiato anche due stampanti presenti in quegli uffici. In quest’occasione, dopo le formalità, è stata accompagnata nel braccio femminile della casa circondariale salentina.
Dovrà scontare, invece, ancora quattro mesi di reclusione per sottrazione o danneggiamento di cose sottoposte a sequestro il 67enne G.V., di Ceglie Messapica, nei cui confronti i carabinieri della Stazione cegliese hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Corte d’Appello di Lecce. L’antefatto risale al 2007, quando l’uomo fu fermato al volante della sua Alfa Romeo 164 che risultò scoperta di assicurazione obbligatoria da ben tre anni. I militari procedettero allora al sequestro del mezzo, che fu affidato in custodia giudiziale al proprietario. Siccome non era stata presentata istanza di dissequestro, la Prefettura di Brindisi ne dispose la confisca e autorizzò il proprietario a spostare il mezzo per portarlo in un deposito autorizzato. Egli fece orecchio da mercante e non vi provvide. Così, il 2 gennaio 2010, scattò un controllo da parte dei carabinieri, che poterono scoprire come il veicolo non fosse più nella disponibilità dell’uomo, che dichiarò di averlo ceduto a uno sconosciuto. Di qui la denuncia a carico del proprietario dell’Alfa, il processo e, infine, la condanna. Dopo le formalità di rito, è stato quindi sottoposto alla detenzione domiciliare.