Nel corso dei loro controlli in territorio brindisino, i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità di Taranto hanno sequestrato in un supermercato due bancali d’acqua minerale naturale esposti ai raggi solari e quindi ritenuti in cattivo stato di conservazione. Le confezioni – contenenti complessivamente 912 bottiglie da 2 litri e 624 bottiglie da 1,5 litri, valore commerciale di circa 1.500 euro – erano tenute all’aperto in un’area deputata al carico/scarico merci.La conservazione dell’acqua (e dei prodotti destinati al consumo umano in genere) all’aperto, specie nel periodo estivo, è sanzionata penalmente in quanto l’esposizione al sole ne può causare il deterioramento, con conseguente pericolo per la salute dei consumatori.
La disposizione normativa sancisce che è vietato impiegare nella preparazione degli alimenti o bevande, nonché vendere o detenere, somministrare o comunque distribuire per il consumo, sostanze alimentari “in cattivo stato di conservazione”.
La sussistenza di questo reato può, quindi, ravvisarsi nel caso del rinvenimento all’interno di un ristorante di bottiglie di acqua minerale sigillate, detenute in zona esposta alla luce solare e soggetta ad elevate temperature.
Illuminante, al riguardo, la sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Terza, del 28 agosto 2018, che ha respinto il ricorso del titolare di un’attività commerciale, condannandolo alla pena di 1.500€ di ammenda, per avere detenuto per la vendita in cattivo stato di conservazione più confezioni di acqua che aveva collocato nel piazzale antistante l’immobile, esposte proprio ai raggi solari.ù