Si riceve e pubblica:
La notizia fu data in pompa magna, e per poco non ci scappò un’autorevole benedizione: alle chiese francavillesi era stato restituito (le cose non stavano proprio così) dall’Amministrazione Bruno quanto versato per la Tares per l’anno 2013.
Una “santa” iniziativa (e ci mancherebbe altro!) che vide tutti favorevoli, o, quanto meno non contrari, visto che l’esenzione era sta riconosciuta per quei locali del clero adibiti effettivamente ad attività di culto.
Ma siccome il Comune non è casa propria (e sotto questo aspetto è da ritenere che Bruno e Company debbano soffermarsi un po’ di più di quanto non abbiano fatto fino ad ora) qualcuno, mosso dalle migliori intenzioni possibili, non mancò di far notare nelle opportune sedi che sotto l’aspetto squisitamente formale (e, di conseguenza, sostanziale) l’atto amministrativo, per come era stato fatto, avrebbe potuto esporre gli amministratori a qualche non secondario rilievo.
La risposta in Consiglio comunale a queste pacate osservazioni fu del tenore “Vabbè, se la Corte dei Conti dovesse censurarci vuol dire che pagheremo noi amministratori”.
Naturale che di fronte a tale supponenza anche chi ha la pazienza di Giobbe sarebbe tentato di adire effettivamente la magistratura contabile. Pur tuttavia, volendo riconoscere a questa A.C. la buona “fede” (ovviamente, in senso non solamente clericale!), ma anche tanto analfabetismo amministrativo, ancora una volta, e per l’ultima volta, ci permettiamo un disinteressato e costruttivo suggerimento: si sopprima la posta 1464 394 del bilancio di previsione 2014, perché, così come redatta “Trasferimento a Istituti religiosi per contributi sulla Tares”, per un ammontare di euro 23.000,00 porterebbe l’A.C. direttamente non in paradiso ma all’inferno della magistratura contabile, e non solo.
Le norme vigenti sulla Tares consentono, infatti, solo esenzioni, sgravi e abbattimenti. Giammai “contributi”. Anche perché, trattandosi di somme che notoriamente questa A.C. si era impegnata a restituire per lo stesso importo versato dalle chiese francavillesi quale tributo Tares dell’anno 2013, e non potendo raggiungere questo risultato mediante una modifica “a posteriori” del regolamento comunale, l’artifizio si appalesa come autentica elusione, aggiramento e quindi violazione della legge, così da configurare fattispecie a rilevanza penale.
Giunti a questo punto, in attesa del plauso dell’A.C. , e auspicando che non si giustifichi questa ennesima castroneria dell’Amministrazione Bruno con ridicoli “eccessi di desiderio partecipativo”, invito chi di dovere a sanare la marchiana irregolarità. Un invito e un suggerimento di cui l’A.C. dovrebbe tenere conto. Ché, altrimenti, neanche un miracolo…
Euprepio Curto
Progetto per l’Italia