Le analisi effettuate nei laboratori dei carabinieri hanno confermato come gli oltre due quintali di marijuana sequestrati a una famiglia di Carovigno contenessero effettivamente THC (tetraidrocannabinolo) al di sopra del limite consentito e dunque rientrassero tra le sostanze stupefacenti, quindi illegali.Era lo scorso 9 febbraio quando i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di San Vito dei Normanni, in collaborazione coi colleghi delle Stazioni di Carovigno e Mesagne e col supporto di unità cinofile di Modugno (Bari) arrestarono il 58enne M. V. e il 35enne G. V., padre e figlio, e denunciarono – sempre per detenzione ai fini di spaccio – quattro loro congiunti.
Nel corso di una perquisizione domiciliare in un complesso immobiliare di loro proprietà, infatti, i militari trovarono qualcosa come 215 chili di “erba”.
Le indagini tecniche condotte sui campioni repertati dalla Sezione investigazioni scientifiche dell’Arma di Bari hanno certificato – a differenza di quanto dichiarato dagli interessati – come effettivamente contenessero un principio attivo superiore allo 0,6 per cento: 2,446 chili di THC dai quali è possibile ricavare 97.835 singole dosi droganti. Il materiale vegetale derivato dalla cannabis sequestrato, insomma, non è risultato rientrare nella varietà destinata a scopi leciti (alimentari, cosmesi, bioedilizia, fitodepurazione dei siti inquinati).