Hanno inventato la storia di un tentato omicidio per nascondere un uso incauto delle armi: tre persone sono state denunciate a piede libero per simulazione di reato, false dichiarazioni o attestazioni in atti dinanzi all’Autorità giudiziaria e favoreggiamento personale.
Nella serata del 10 gennaio scorso, un uomo era stato accompagnato da un amico al pronto soccorso di Ostuni in quanto ferito all’inguine da un colpo d’arma da fuoco: ai medici i due avevano dichiarato che la ferita era stata provocata dallo sparo di un uomo transitato in macchina da via San Domenico, a San Vito dei Normanni, dove il ferito e il suo amico stavano passeggiando.
Dopo le prime cure del caso nella Città Bianca, il ferito ferito era stato trasportato nell’ospedale di Brindisi e sottoposto a un intervento chirurgico. Da qui il personale medico aveva avvisato, come da protocollo, i carabinieri, i quali erano giunti sul posto e raccolto i primi elementi. Il racconto della coppia di amici aveva sin da subito fatto emergere diverse contraddizioni.
Successivamente, infatti, i carabinieri hanno scoperto che con loro c’era anche una terza persona – un militare – che si era defilato dalla scena e non era stato minimamente menzionato dagli altri.
La perquisizione effettuata a casa e nel negozio dell’accompagnatore del ferito ha poi consentito di trovarvi una sorta di arsenale: quattro fucili, sette pistole, tre katane e 200 cartucce di diverso calibro. Nel corso della perquisizione è stata rinvenuta anche una pistola calibro 22, cioè lo stesso calibro dell’arma da cui era partito il colpo finito nell’inguine del ferito.
In quella circostanza, quindi, l’accompagnatore di quest’ultimo è stato arrestato per detenzione di armi clandestine, detenzione illegale di munizioni, omessa denuncia di armi, munizioni e materiale esplodente.
Se tutte la armi recuperate e sequestrate erano perfettamente in ordine e custodite nei loro spazi, la pistola calibro 22 era invece fuori posto: immersa in una bacinella piena di olio lubrificante.
L’analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona ha poi permesso di continuare a smontare il quadro riferito dai tre. Il ferimento, in sostanza, era stato accidentale e niente affatto causato da un tentato omicidio. Il colpo era partito proprio in casa dell’accompagnatore del ferito mentre lo stesso accompagnatore e il militare maneggiavano le armi, tra le quali la pistola calibro 22.
La Procura della Repubblica di Brindisi, che ha coordinato le indagini, ha condiviso le ricostruzioni dei carabinieri ed emesso l’avviso di conclusione con contestuale informazione di garanzia, poi notificata a tutti e tre gli indagati.