Il quartier generale o comunque un’officina dei ricettatori nascosto in una cava dismessa tra le campagne di Oria, precisamente in contrada Salinelle.
Qui, sotto teloni ombreggianti di colore verde e persino in una piccola caverna per eludere i controlli con elicotteri e droni, sono stati recuperati e sequestrati dalla Squadra mobile di Brindisi un furgone Peugeot, una potente Alfa Romeo Giulietta M2 da 175 cavalli e una Fiat Panda risultati rubati nel Tarantino.
Le auto erano nascoste nella caverna e probabilmente già pronte per essere impiegate – si sospetta – in reati predatori (furti e/o rapine); il furgone, invece, era già stato sventrato e privato di targhe e numeri di telaio che con ogni probabilità sarebbero stati riciclati.
In prossimità dei veicoli anche delle strane piastre metallicche con delle altrettanto strane incisioni: tipo portasfortuna o spauracchi per intimidire i curiosi e forse anche le stesse forze dell’ordine (a mo’ di “scacciasbirro”) che però hanno sequestrato anch’esse [foto in basso].
La proprietaria dell’immobile è stata denunciata per ricettazione, mentre si valuta ancora la posizione di altre persone.
La donna si è dichiarata del tutto estranea ai fatti, anche perché è stato persino cambiato il lucchetto del cancello principale da cui si accede alla sua proprietà.
I poliziotti hanno deciso di entrare in azione e procedere ai sequestri dopo essersi appostati nell’attesa che qualcuno si facesse vivo. Siccome ciò, nel periodo di osservazione, non è avvenuto, sono dunque scattati il blitz e gli accertamenti del caso. Sul posto anche la Scientifica, che ha repertato mezzi e oggetti rinvenuti e analizzato la scena anche al fine d’individuare la presenza di eventuali tracce, tipo impronte digitali, lasciate dai frequentatori del sito, i quali avevano finanche realizzato una sorta di casetta per adibirla a officina in cui smontare e rimontare i mezzi al riparo da occhi indiscreti. Sembra che la Panda, per esempio, fosse stata privata dei sedili, a parte quello del conducente, come a dover contenere qualcosa tra il bagagliaio e l’abitacolo; le cinture di sicurezza, inoltre, sarebbero state intrecciate quasi per imbracare un oggetto ingombrante come – si è pensato – una colonnina del self service o una macchinetta cambiasoldi, in genere tra i principali bersagli dei ladri-scassinatori.
Ora s’indaga per cercare d’individuare i realizzatori del covo nella cava per ricostruire a dovere questo caso di ricettazione e riciclaggio, peraltro non il primo del genere nella zona.