Datore di lavoro rinviato a giudizio: estorsione in danno dei dipendenti e peculato

Dovrà difendersi a processo dalle accuse di estorsione e peculato il legale rappresentante di un consorzio Onlus gestore di una Comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica accreditata dalla Regione Puglia e con sede a San Michele Salentino. L’uomo, un 69enne di Ostuni, è stato rinviato a giudizio dal Gup del Tribunale di Brindisi Vittorio Testi, che ieri (29 gennaio 2019) ha accolto la richiesta (datata 22 giugno 2018) del sostituto procuratore Giovanni Marino. La prima udienza dibattimentale è stata fissata per prossimo 25 marzo dinanzi al Tribunale in composizione collegiale. Due tra le nove persone offese, assistite dagli avvocati Domenico Attanasi e Carmine Calò del Foro di Brindisi, si sono costituite parti civili.
L’avvocato Domenico Attanasi

Secondo le tesi dell’accusa, condivise dal giudice per l’udienza preliminare, il 69enne, nella sua qualità di datore di lavoro, avrebbe in più occasioni costretto i suoi dipendenti a restituire parte della retribuzione e/o ad accettare una retribuzione inferiore a quello indicato in busta paga sotto la minaccia di licenziarli o di chiudere la struttura (estorsione).

L’avvocato Carmine Calò

Inoltre, sempre nella sua qualità di legale rappresentante della Comunità accreditata di cui sopra, in diversi casi oggetto d’indagini, si sarebbe appropriato indebitamente di denaro pubblico erogato per finalità di pubblico ricevuto dall’ASL BR/1, a saldo delle fatture emesse per le prestazioni di servizi nei confronti di 14 pazienti psichiatrici, mediante l’annotazione nei costi di gestione non inerenti all’attività istituzionale della struttura sanitaria e/o di spese per finalità diverse da quelle consentite dalla delibera di Giunta regionale numero 246 del 2008. Nello specifico: acquisto di capi d’abbigliamento griffati, mobilio, sanitari, gioielli, cibo in quantità superiore alle esigenze dei 14 ospiti della struttura, per un ammontare complessivo di circa 145mila euro (peculato).

I fatti contestati risalgono a un periodo compreso tra il 2011 e il mese di luglio 2014. Le indagini furono condotte dalla guardia di finanza della Compagnia di Ostuni anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi della documentazione societaria e dei contratti di lavoro dei dipendenti, sommarie informazioni testimoniali.

 

 

 

 

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