Francavilla, giornalisti fuori dal Consiglio dopo il caso Vitali

imagedi EMILIO MOLA

“È la stampa bellezza, e tu non puoi farci niente, niente!”. Una delle citazioni più memorabili della storia del cinema. Era il 1952, il film è “L’ultima minaccia”, siamo negli Stati Uniti e un Humphrey Bogart immortale nei panni di un giornalista con la schiena dritta come un chiodo replica così al potente di turno che cerca di bloccare l’uscita di un articolo scottante. Altri tempi, altro Paese, altra realtà.
Nella repubblica di Francavilla Fontana tutto gira un po’ al contrario, e può accadere che sia un vigile urbano a vietare al giornalista di accedere nell’area del Consiglio comunale, perché così ha deciso la sostituta del segretario generale.
La novità è stata resa nota all’improvviso nel corso dell’ultima seduta delle Assise, quando un collega, cercando di accedere nell’Aula dalla porta secondaria, dalla quale tranquillamente è stato possibile seguire le prime due sedute dell’era Bruno, si è visto sbarrare l’accesso dalla Polizia municipale: “Disposizioni del segretario generale, non possiamo farci niente”. Bellezza. Inutili le proteste. E quando anzi lo stesso cronista si è avvicinato al capogruppo del Pd Marcello Cafueri per ricevere alcuni documenti relativi al bilancio, mentre cioé svolgeva il proprio lavoro per informare i cittadini in merito alla gestione dei loro soldi, un vigile urbano lo ha raggiunto allontanandolo “di peso”.

Ma perché questa improvvisa chiusura alla stampa? Il sospetto è che c’entri qualcosa la foto pubblicata martedì mattina dallo Strillone che immortalava l’onorevole Luigi Vitali mentre giocava a carte col suo tablet durante lo svolgimento dei lavori. Una foto scattata proprio dall’area ora interdetta. In un paese normale ci si sarebbe affrettati a cazziare il consigliere in questione, a Francavilla invece si risolve il problema vietando ai giornalisti di fare il proprio lavoro. Così tutto scivolerà via come sempre, con i consiglieri liberi di fare quel che gli pare durante i lavori, senza il timore d’essere beccati in fallo. Insomma, occhio non vede cuore non duole.
Si dirà che prima vi era troppa libertà, che dei giornalisti ficcanaso non possono scorazzare a piacimento per la Sacra Aula (da gioco?) con in mano penne e macchine fotografiche. Ma chi solleva simili critiche dovrebbe fare un giro nel Consiglio comunale di Brindisi, dove gli operatori della stampa godono di un proprio spazio provilegiato separato dal pubblico, al centro (si al centro!) dell’Aula, di fronte a sindaco e giunta, con tanto di sedie, scrivanie e prese per la corrente. Ma parliamo di un altro mondo. Che ne vogliono sapere a Brindisi di democrazia e trasparenza. Questa è la libertà a Francavilla bellezza, e tu non puoi farci niente, niente!

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