Che il Bilancio preventivo sia, e soprattutto possa essere, approvato ad agosto sa un po’ di paradosso, ma così è e così è successo ieri sera a Francavilla, dove la maggioranza di centrosinistra, dopo un stringata introduzione dell’assessore Maria Rizzo e tutta una serie d’interventi da parte dell’opposizione, ha votato compatta l’importante atto sul quale poggia l’intera politica economico-finanziaria del Comune. A dire il vero, la minoranza aveva anche presentato alcuni emendamenti successivamente ritirati dopo che il segretario generale supplente ha espresso parere sfavorevole alla loro trattazione già durante la seduta di ieri.
Se la relazione dell’assessore Rizzo è durata appena una decina di minuti, si sono dilungati in interventi tecnici e politici i consiglieri di Forza Italia Antonio Andrisano, di Progetto per l’Italia Euprepio Curto e de La Puglia prima di tutto Gianni Capuano.
Secondo Andrisano questo Bilancio somiglia da vicino a quello targato della Corte, quello cioè ideato per ultimo dalla precedente amministrazione di centrodestra.
Per Euprepio Curto, particolarmente scettico e dettagliato, avendo tenuto la parola per pi di un’ora, si potrebbero presentare problemi per la parte in cui si prevede di dover restituire i soldi della Tares alla Chiesa: materia, probabilmente da Corte dei Conti.
Capuano ha parlato per oltre mezz’ora concentrando invece l’attenzione sulle mancate, nonostante fossero state annunciate, modifiche del prospetto economico relativo al servizio di raccolta differenziata. Il consigliere ha ricordato come il sindaco Maurizio Bruno avesse promesso in campagna elettorale un potenziamento dei turni di raccolta, soprattutto della frazione umida, da parte del gestore. Un aggiornamento che, a dire di Capuano, non c’è stato: in sostanza, l’amministrazione avrebbe “subìto” il prospetto fornito dalla Monteco.
Altro tema “caldo” le tariffe del nido comunale: per Capuano, gli abbattimenti del 20 e del 30 per cento disposti dalla giunta rappresenterebbero soprattutto uno spot, considerato che – in base alle sue analisi – nella fascia fino a 7.500 euro rientrerebbero soltanto nove nuclei familiari, mentre in quella da 7.501 appena due.
Critiche poi anche sulla decisione di non alienare beni del patrimonio immobiliare del Comune considerati gli scarsi risultati ottenuti a seguito dei passati tentativi, ignorati di fatto dai privati. Secondo l’opposizione, ponendo prezzi di partenza meno proibitivi e mettendo in vendita magari altri beni, la possibilità di riuscire a vendere e di conseguenza a incassare soldi svincolati dal patto di stabilità non sarebbe stata tanto remota.
Osservazioni pure sul mancato taglio, entro i margini consentiti, dell’Imu, rimasta al 10 per mille, e sulla mancata riduzione del costo per metro quadro dei lotti in zona Pip: ribassandolo, probabilmente si sarebbero potuti attrarre investimenti o delocalizzazioni dal centro abitato.
Obiezioni, quelle dell’opposizione neppure controbattute dalla maggioranza, che prima del voto finale ha fatto registrare soltanto le dichiarazioni del capogruppo Pd Marcello Cafueri, per lui un bilancio equilibrato quello poi approvato, e del capogruppo di Rifondazione comunista Emanuele Modugno, il quale ha spiegato il voto a favore nell’ottica della fedeltà alla coalizione, nonostante diverse sue personali riserve.
Tra discussioni e approvazioni delle singole tariffe e delibere, quindi dell’atto finale, ieri sera si sono fatte le 23, ma adesso i consiglieri di Francavilla possono finalmente godersi qualche giorno di ferie. Per le prossime assise si dovrà attendere fine agosto-metà settembre.