Lettera di un bracciante agricolo: «Vi racconto la nostra giornata, quanti sacrifici per campare!»


Riportiamo qui di seguito la testimonianza di un bracciante agricolo, che ha voluto condividere con noi e con i lettori la sua giornata-tipo:

«Buongiorno, Strillone, sono un lavoratore agricolo presso XXX. Premetto che è un’azienda seria, che ci paga puntualmente. Solo che non si riposa mai, si lavora 31 giorni su 31, ma del resto basta che si lavori. Almeno oggi è così, essendo costretti dalla situazione… Vi racconto la mia e la nostra giornata di lavoro. Sveglia alle 2, alle 3,15 passa il pullman dalla fermata prestabilita per portarci nel luogo in cui la “dirigente” smista il personale nei tre pullman della ditta XXX. Verso le 4,15 si parte per le varie destinazioni, sperando che il pullman non subisca avarie. Si arriva sul posto e si aspetta l’alba per iniziare a lavorare e di solito stacchiamo verso le 14, dopo circa sette ore di fatica tra i campi. L’altro giorno, come già successo per tre volte nella stessa settimana, il pullman ha subito un’avaria perché non passava nafta. Ogni tanto l’autista scendeva e “pompava”, quindi il pullman ripartiva. Ora vi lascio immaginare sulla strada Bari-Lecce o sulla strada di Ostuni un pullman che si ferma in continuazione quali rischi può creare alla circolazione e a noi passeggeri… Comunque, in genere si torna a casa alle 16,15, dopo 14 ore fuori. 

Caro Strillone, Ti ringrazio del servizio che svolgi, evidenziando e sollevando tante problematiche. Per questo ho pensato di scrivere a Te, per informarti di quanto sia dura la vita quotidiana di un bracciante e di come forse potrebbe essere migliorata. 

Ti prego di garantirmi l’anonimato, altrimenti rischierei di non trovare più lavoro». 

 

 

 

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