«Questa città merita amministratori migliori di questi». Non le ha mandate di certo a dire il segretario generale del Comune di Oria, dottor Antonio Missere, nel corso dell’assemblea sindacale-conferenza stampa tenutasi questa mattina nella sala consiliare, durante la quale si è parlato sia del salario accessorio, che i dipendenti dell’ente attendono da oltre un anno, sia delle ultime questioni che vedono per l’appunto contrapposti il dirigente e l’attuale amministrazione comunale. Questioni di cui si è parlato, peraltro, lo scorso 23 luglio al cospetto dell’Autorità nazionale anticorruzione di Roma.
«Io da qui non mi muovo finché non lo decido io, a meno che non sia l’Anac a cambiare il parere di sospensione della mia revoca: un segretario può essere rimosso soltanto per aver commesso gravi violazioni di legge», ha tuonato Missere.
Secondo il dirigente, affiancato nell’occasione da Leonzio Patisso e Franco Solazzo, esponenti sindacali rispettivamente della Uil e della Cgil Funzione Pubblica (Solazzo è segretario provinciale), al Comune di Oria si sarebbe creata una “situazione balorda”, con i politici che pretendono di sostituirsi tanto al segretario generale quanto ai capi settore: «Una situazione di confusione totale – ha detto il dirigente – di competenze e poteri, quando il dettato normativo è chiarissimo: agli organi politici spettano indirizzo e controllo; ai funzionari spetta la gestione».
«Qui forse non sono abituati a questa differenziazione – ha continuato – oppure sono rimasti a leggi che risalgono al 1915 e al 1938, quando il sindaco aveva anche poteri gestionali: oggi e da molto tempo le cose non stanno più così e la politica non può e non deve intervenire nella gestione, altrimenti poi si creano queste situazioni».
«Mi accusano di paralizzare la macchina amministrativa – ha aggiunto – ma io non paralizzo un bel niente: lavoro, come ho sempre fatto dal 1981, nel pieno rispetto della normativa e con un unico obiettivo, quello di raggiungere con la collaborazione di tutti i dipendenti degli enti i risultati programmatici fissati dalle giunte. L’indirizzo però non può essere: “Questo dipendente comunale non lo può utilizzare”».
Il riferimento a Leonzio Patisso, sospeso a seguito di procedimento disciplinare per tre mesi, provvedimento poi annullato dallo stesso segretario, è chiaro: «Quando sono arrivato, la prima cosa che mi hanno detto è stata quella di fare attenzione a Patisso, che poi però ho scoperto essere una persona onesta e professionalmente molto valida, tanto che dopo, a seguito di regolare avviso ai dipendenti, ho deciso che diventasse un mio stretto collaboratore».
«Le questioni e le antipatie personali non dovrebbero compromettere il buon andamento dell’ente, come accaduto anche quando, dopo aver visto Patisso seduto accanto a me in Consiglio, pur dovendosi discutere di questioni importanti, gran parte dei consiglieri hanno preferito abbandonare l’aula e mandare deserta la seduta. In quel caso il sindaco avrebbe dovuto richiamare tutti all’ordine».
Sul concorso per comandante dei vigili: «Sono il primo ad aver avanzato dubbi sulla posizione dell’attuale comandante, tanto che adesso gli ispettori del Ministero della Funzione pubblica si stanno interessando al caso e i revisori dei conti hanno chiesto chiarimenti all’amministrazione. Il sindaco, però, non può dire di avermi scritto quattro volte, dato che per poter procedere al bando non sono sufficienti delle lettere, ma ci vuole una delibera di giunta, che non è mai arrivata, anzi: il fabbisogno del personale è stato cambiato stralciando il posto da comandante dei vigili. Il bando sarebbe peraltro stato di competenza del responsabile Affari generali e Personale, non mia. Inoltre, quando ho detto di avere l’intenzione di sottoporre a procedimento disciplinare i responsabili che non si attivavano per questo bando, immediatamente l’amministrazione si è affrettata a cambiare il regolamento degli uffici e dei servizi: ad agosto, dopo che con grande sforzo mio e della dottoressa Di Pompo, era stato adottato solo nel marzo precedente. In quell’occasione è stata sottratta al segretario la titolarità dell’Ufficio procedimenti disciplinari, affidato alla sua vice. Solo che, mentre un segretario risponde nella sua qualità di responsabile dei procedimenti disciplinari direttamente al Ministero dell’Interno, un capo settore designato per questo compito invece a chi risponde? Chi sottopone a procedimento disciplinare un capo settore responsabile dei procedimenti disciplinari? Da precisare che, in ogni caso, al segretario non possono essere sottratti i poteri disciplinari per sanzioni fino a dieci giorni».
Sulla sospensione di Leonzio Patisso e sul “licenziamento” della vicesegretaria, dottoressa Loredana D’Elia: «La sospensione di Patisso non esiste perché io ho annullato quell’atto, con provvedimento ampiamente motivato. Solo che, dopo avermi messo in ferie forzate, la mia sostituta dottoressa Maria Antonietta Desiati, ha firmato la revoca della sospensione di Patisso, una revoca che mi è stata notificata a casa dai vigili urbani di San Pietro Vernotico durante il pomeriggio dell’ultimo giorno di ferie: il giorno dopo sarei tornato in servizio, ma evidentemente qualcuno ha preferito così, con le conseguenze del caso. Non ero a casa e l’arrivo dei vigili ha ovviamente turbato la quiete della mia famiglia, tant’è vero che mia moglie mi ha chiamato preoccupata per sincerarsi che non si trattasse di nulla di grave. Per quanto concerne la dottoressa D’Elia non c’è stato alcun licenziamento, ma unicamente un recesso dal contratto per il mancato superamento da parte sua del periodo di prova, anche in questo caso il provvedimento è stato dal sottoscritto ampiamente motivato».
Poi la stilettata. Dopo che le dure critiche subite dall’amministrazione nel corso della conferenza stampa convocata dal sindaco lo scorso 21 luglio, ecco che il segretario Missere si è tolto un altro sassolino: «Questa città, che è tra le più belle del Meridione, merita amministratori migliori di quelli che ha attualmente: lo stesso sindaco, durante l’audizione dinanzi alla funzionaria dell’Anac, a proposito del pianto anticorruzione, la cui mancata adozione mi si contestava, ha ammesso di non leggere tutte le carte, nonostante poi le firmi. Pare non abbia neanche scritto in prima persona, pur avendole firmate, tutti i punti di contestazione a mio carico».
Un’altra questione all’ordine del giorno è la presunta incompatibilità tra l’incarico di responsabile dell’anticorruzione e quello di titolare dell’Ufficio procedimenti disciplinari: «Si tratta di una semplice circolare, quindi non di una normativa, della quale si può non tenere conto, una circolare risalente al gennaio 2013 peraltro imperniata sul condizionale: “Sarebbe opportuno che…”. Al di là di questo, però, il 15 marzo 2013 a me è stato affidato l’incarico di responsabile anticorruzione; il 28 marzo successivo è stato adottato il regolamento degli uffici e dei servizi che prevedeva l’attribuzione al segretario dei procedimenti disciplinari. E allora, se la circolare risaliva a gennaio e l’anticorruzione al 15 marzo, come mai non si è tenuto conto di quella circolare al momento dell’adozione del regolamento il 28 marzo successivo? Solo successivamente e, come detto, per altri motivi, è stato cambiato il regolamento tenendo conto, dicono, di questa incompatibilità».
Un’incompatibilità che, ha specificato Patisso dando manforte a Missere, è di difficile applicazione nei Comuni, specie di modeste dimensioni: avendo questi piccole strutture, è difficile che il responsabile anticorruzione possa non avere a che fare o, meglio, non stare a stretto contatto con gli organi d’indirizzo politico. D’altra parte, in tutti i comuni del circondario, ha assicurato ancora il rappresentante sindacale, l’incarico di responsabile Ufficio disciplinare e anticorruzione è ricoperto dai segretari generali.
Il “botta e risposta” tra amministrazione comunale e segretario, dunque, continua e – come pure annunciato da Missere – saranno le autorità sovraordinate e la stessa magistratura, giunti a questo punto, a dover dire la propria e ad accordare torti e ragioni. Intanto, però, il segretario una cosa l’ha assicurata: «Non so, considerato il clima che ormai si è creato, quanto tempo ancora rimarrò qui: posso solo dire che deciderò io se e quando andarmene, sempre che l’Anac non decida di dare ragione al sindaco per quanto concerne la revoca nei miei confronti».