Ingiustamente esclusi dal concorso per OSS: il Tar ordina l’inserimento in graduatoria di 15 partecipanti


 

Quel concorso era stato articolato in modo sbagliato. Dopo esserne stati ingiustamente esclusi, 15 candidati sono stati riammessi nella graduatoria a scorrimento per l’assunzione, da parte dell’ASL, di operatori socio sanitari.

L’ha stabilito, nella camera di consiglio dello scorso 13 giugno, la seconda sezione del Tar di Lecce (Eleonora di Santo presidente, Ettore Manca consigliere estensore, Andrea Vitucci referendario), che ha quindi accolto due distinti ricorsi presentati, in nome e per conto dei partecipanti illegittimamente esclusi, dagli avvocati Ernesto Sticchi Damiani, Raffaele Pinto, Francesco Mancini e Alfredo Russo. L’ASL e la società incaricata di somministrare i quiz sono anche state condannate al pagamento delle spese processuali sostenute dai ricorrenti.

La storia inizia nel 2015, quando il 19 maggio il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale tarantina indice un concorso pubblico, per titoli ed esami, finalizzato alla copertura di 16 posti OSS. La delibera prevede una preselezione (quiz a risposta multipla) dopo la quale ci sarebbe stata l’ammissione alle fasi successive per i primi 160 classificati e per tutti coloro con punteggio complessivo pari a quello del candidato inserito al numero 160 della graduatoria.

La preselezione dell’8 giugno 2017 produce un considerevole numero di ex aequo (pari punteggi) e dunque in seguito la partecipazione alle fasi successive è estesa a coloro i quali abbiano ottenuto 11,25 punti (come il 160°) e comunque fino al 252° in graduatoria. Uno sbarramento di tipo quantitativo contestato dagli esclusi e considerato irragionevole sia dal Ministero della Salute, richiesto di un parere, sia poi anche dai giudici amministrativi.

L’avvocato Francesco Mancini

I difensori dei ricorrenti hanno anche fatto notare come un discreto numero di partecipanti alla preselezione tarantina avesse già partecipato a un’analoga preselezione, per un concorso OSS indetto dall’ASL di Matera, i cui quesiti erano stati estratti dallo stesso manuale di preparazione poi scelto dalla società di somministrazione dei quiz incaricata dall’ASL di Taranto.

I partecipanti al concorso di Matera, insomma, sarebbero partiti avvantaggiati dal fatto di conoscere già i quesiti, con la conseguenza di essersi meglio classificati nella graduatoria. Di quegli stessi quesiti è stata anche paventata, in giudizio, l’equivocità.

Il 12 settembre 2017, l’ASL di Taranto ammette a partecipare, con riserva, alla prova pratica del concorso i ricorrenti, che dunque rinunciano all’istanza cautelare, il cui esame era stato fissato per l’indomani.

L’avvocato Alfredo Russo

L’ASL quindi congela l’assunzione dei ricorrenti, subordinandola all’esito dei ricorsi. Secondo il Tar, però, la partecipazione dei ricorrenti al concorso è ormai retroattivamente convalidata, così che “non vi sono ragioni per distinguere la loro ‘posizione’ rispetto alla procedura dalla ‘posizione’ di ogni altro concorrente idoneo – salve, com’è ovvio, le differenti collocazioni in graduatoria”.

In conclusione, il collegio giudicante ha accolto pressoché integralmente le tesi degli avvocati Mancini, Russo, Sticchi Damiani e Pinto e, nel disporre l’annullamento degli atti impugnati, ha di fatto ordinato l’inserimento in graduatoria e la futura assunzione dei concorrenti che erano stati ingiustamente tagliati fuori dalla procedura concorsuale.

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