Ormai più di dieci anni fa, inciampò in una buca e fece causa al Comune di Francavilla Fontana. Nei giorni scorsi, il giudice monocratico del Tribunale civile di Brindisi, Francesco Giliberti, ha però dato ragione proprio all’ente, difeso dall’avvocato Domenico Attanasi: la denunciante, una francavillese che all’epoca aveva 16 anni, avrebbe dovuto prestare più attenzione.
I fatti finiti a processo risalgono, esattamente, alle 21 circa del 28 maggio 2008: I.F. – oggi 26enne – percorreva via Lopalco, quando s’imbatté in una grossa buca apertasi nel manto stradale, a suo dire poco poco visibile in quanto nascosta da alcuni fogli di carta. Dopo qualche giorno, per il tramite del suo legale di fiducia, chiese i danni al Comune e, assenza di componimento bonario, decise di far valere le sue presunte ragioni nelle aule di giustizia al fine di ottenere il ristoro dei danni patrimoniali e non patrimoniali.
L’ente affidò incarico all’avvocato Attanasi, che sin dal principio ha l’evitabilità di quella caduta. Dopo tutta una serie di udienze, il 23 agosto scorso, il giudice ha emesso la sentenza che, di fatto, accoglie le tesi difensive. Nonostante il fatto storico sia stato provato nelle sue circostanze di tempo e di luogo, così come anche le lesioni subite a causa della caduta, il Comune è comunque riuscito a dimostrare il caso fortuito, consistito nella condotta “imprudente o comunque inavveduta della danneggiata”.
Non è stato accertato, infatti, che la buca fosse coperta da fogli di carta né che via Lopalco fosse scarsamente illuminata, tanto da rendere più facile l’inciampo.
Secondo il Tribunale, quindi, la ragazza avrebbe potuto tranquillamente percepire o prevedere con l’ordinaria diligenza la situazione di pericolo, semplicemente aggirando l’insidia.
Così, la parte attrice è stata condannata al pagamento delle spese processuali sostenute dall’ente e di quelle per il consulente tecnico d’ufficio, mentre sono state compensate le spese processuali sostenute da Enel Distribuzione Spa, che ha partecipato volontariamente al processo al posto di un’altra società chiamata in causa dal Comune ma rimasta contumace.