“Se qualcuno ritrova in giro un borsello di colore nero, simile a quello in foto ma con più cerniere, ce lo restituisca, per favore.”.
Il borsello – a quanto si apprende – sarebbe stato rubato questa sera (lunedì 30 luglio) durante la messa delle 19,30 nella chiesa madre di Francavilla Fontana. Un uomo di 60 anni l’aveva poggiato su di una panca ma, quando la funzione religiosa è terminata, si è accorto che non c’era più. Dentro c’erano dei documenti, le chiavi di casa, chiavette USB con documenti di lavoro, circa 40 euro e una tessera bancomat (già bloccata).
Fa sempre una certa impressione immaginare un ladro o una ladra in un luogo di culto, dove teoricamente dovrebbero prevalere il rispetto e, anzi, la presunta carità cristiana. Fa effetto pensare alla scena di lui o di lei (il ladro o la ladra) che, magari, un attimo prima prega a mani giunte per il suo dio e i suoi santi e un attimo dopo, con nonchalance, infrange il settimo comandamenro (non rubare). Quando si dice che non c’è più religione…
Il proprietario del borsello e sua figlia non hanno dubbi: si è trattato proprio di un furto. Il borsello non era stato dimenticato, ma a un certo punto è semplicemente sparito dal punto in cui era stato poggiato.
La speranza è che ora magari l’autore/autrice del furto ci ripensi, ripari l’errore e metta in pratica un altro principio che, da frequentatore di una chiesa, dovrebbe ispirare la sua azione in caso di sbaglio: il pentimento.
I documenti ce li ha, l’indirizzo del proprietario lo trova scritto sui documenti.
Del resto, la zona è disseminata di telecamere…
Ne vale la pena?