Sette dei 29 tratti di costa pugliesi campionati dalla Goletta Verde di Legambiente, tra il 17 e il 20 luglio scorsi, sono inquinati. Cinque di essi fortemente inquinati. Le criticità riguardano principalmente canali e foci non adeguatamente depurati dal Foggiano al Salento. Nonostante le acque cristalline e apparentemente purissime, è compromesso lo sbocco in mare del fiume Chidro a San Pietro in Bevagna (Manduria); ok, invece, il campionamento a Campomarino di Maruggio. Ma problemi sono stati riscontrati anche a Manfredonia, alle foci del Canale Reale a Carovigno, del canale Posticeddu sul litorale di Apani a Brindisi, presso il canale di scarico a Castrignano del Capo (marina di Leuca) e a Marina di Lizzano, foce del fiume Ostone. Questi i punti più fuorilegge.
Goletta Verde è il programma di Legambiente dedicato al monitoraggio e all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque nazionali, un programma realizzato grazie anche al sostegno di Conou (Consorzio nazionale per gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati), di Novamont e Ricrea (Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio). I risultati dei rilevamenti sono stati presentati questa mattina a Bari da Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, Katiuscia Eroe, portavoce Goletta Verde, alla presenza di Giovanni Giannini, assessore regionale a Infrastrutture e mobilità, Vito Colucci, direttore generale Autorità idrica pugliese, Vito Bruno, direttore generale Arpa Puglia, e Giuseppe Meli, contrammiraglio direttore marittimo della Puglia e della Basilicata ionica.
Goletta Verde sceglie i punti da monitorare sulla base dei rischi conclamati sia d’iniziativa che su segnalazione dei cittadini: foci dei fiumi, torrenti, canali e scarichi a mare sono spesso fonti di contaminazione batterica conseguenza dell’insufficiente depurazione dei reflui urbani, che dai corsi d’acqua si riversano in mare.
Dalle analisi condotte, è emersa, infatti, la presenza di enterococchi intestinali ed escherichia coli. Sono state considerate alterate le concentrazioni oltre i parametri limte fissati dalla normativa sulle acque di balneazione (decreto legislativo 116/2008): inquinato in caso si sforamento tollerabile, fortemente inquinato in caso di sforamento oltre il doppio rispetto ai limiti fissati.
Nel dettaglio:
Provincia di Taranto. Cinque punti sotto osservazione: inquinata a Manduria, San Pietro in Bevagna, la foce del fiume Chidro, fortemente inquinata a Lizzano, Marina di Lizzano, la foce del fiume Ostone. Entro i limiti i valori riscontrati a Castellaneta Marina, spiaggia libera Borgo Pineto, Pulsano, Baia Capparone, spiaggia libera scogliera, e a Maruggio, Campomarino di Maruggio, spiaggia della Commenda.
Su cinque punti monitorati in provincia di Brindisi, tre sono risultati “entro i limiti”: a Torre Guaceto, spiaggia delle Conchiglie; a Ostuni, in località Torre San Leonardo, spiaggia del Pilone; a Fasano, Egnazia/Savelletri, spiaggia lido Savelletri di Fasano. Due quelli fortemente inquinati: a Brindisi, litorale Apani, foce canale contrada Posticeddu, e a Carovigno, Torre Guaceto, alla foce del canale Reale.
Sei i punti campionati nel Leccese, uno risultato fortemente inquinato: a Castrignano del Capo, marina di Leuca, canale di scarico; entro i limiti i campionamenti effettuati a Porto Cesaro, in località Torre Lapillo, spiaggia libera; a Nardò, Santa Caterina/Santa Maria, nel punto a mare presso punta dell’Aspide; a Gallipoli, Porto Gaio, a mare presso lo scarico del depuratore; a Otranto, Baia di Otranto, sulla spiaggia Madonna Altomare; e a Vernole, Riserva Naturale Le Cesine-Vernole, spiaggia libera sulla strada provinciale 366 al chilometro 9.
“Il risultato del monitoraggio di Goletta Verde è positivo nel suo complesso – afferma Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – anche se permangono criticità su tutti i tratti di mare interessati dalle foci di fiumi e canali, che ormai risultano malati cronici. Continua a migliorare la situazione sul fronte della depurazione: diminuiscono sia gli impianti che scaricano nel sottosuolo che quelli soggetti a scarichi anomali ma anche il numero dei Comuni pugliesi sottoposti a procedura d’infrazione. Tuttavia ancora il 17% dei depuratori pugliesi continua a non essere conforme alla direttiva europea sulla depurazione mentre procedono gli interventi di potenziamento/adeguamento, compresi quelli per il contenimento delle emissioni odorigene. Viste, inoltre, le numerose iniziative finalizzate ad affinare le acque reflue depurate, chiediamo alla Regione Puglia di puntare al massimo riutilizzo in agricoltura”.