Dopo otto anni e due gradi di giudizio, è stato assolto con formula piena – perché il fatto non sussiste – il 50enne D.G, di Torre Santa Susanna, che era stato denunciato a piede libero per ricettazione, maltrattamento e detenzione di animali (selvatici) in condizioni incompatibili con la loro natura. Il 22 aprile 2010, du segnalazione di un altro cittadino, gli uomini dell’allora Corpo forestale dello Stato (oggi confluito nell’Arma dei carabinieri) si presentarono in un terreno di sua proprietà, esteso circa mille metri quadri, e vi trovarono diverse gabbie e voliere con all’interno decine di esemplari, alcuni dei quali persino in via d’estinzione: tordi, storni, verdoni, frosoni, cardellini, fringuelli, pavoncelle, allodole, merli, pettirossi, codirossi, germani reali, fagiani, tortore, gheppi, oltre che pavoni, conigli e fauna esotica. I forestali, coadiuvati nel sopralluogo da un veterinario dell’Asl di Brindisi, ipotizzarono l’illecita provenienza degli animali (caccia di frodo o acquisto sul mercato nero) e, a verbale, contestarono le cattive condizioni degli stessi e le carenze igienico-sanitarie delle strutture: esposte alle intemperie e contenenti escrementi e carcasse stratificati. L’area fu interamente sottoposta a sequestro penale.
Rinviato a processo e difeso dall’avvocato Michele Iaia del Foro di Bari, il 50enne fu condannato dal Tribunale a tre anni di reclusione. Il suo legale, però, optò per l’impugnazione della sentenza. Nei giorni scorsi, la Corte d’Appello di Lecce ha accolto le tesi del difensore, annullato la sentenza del giudice di prime cure e mandato assolto l’imputato: né ricettazione né maltrattamento. Il procuratore generale aveva chiesto per lui la conferma della condanna a tre anni di reclusione.