Dietro richiesta dell’avvocato dei ricorrenti, il Consiglio di Stato ha disposto il rinvio dell’udienza, inizialmente fissata per oggi 17 luglio 2014, sulla questione nuove farmacie nel Comune di Francavilla Fontana: se ne riparlerà il prossimo 27 novembre nonostante le proteste, mediante il proprio legale, della Regione Puglia.
Maria Teresa Bungaro e Francesco Cannalire, titolari di due distinte farmacie nella Città degli Imperiali, hanno presentato ricorso prima al Tar, poi al Consiglio di Stato perché si ritengono lesi nei propri interessi legittimi dalla deliberazione, adottata dalla precedente amministrazione della Corte, con la quale è stata modificata la pianta organica delle sedi farmaceutiche: una delle due nuove assegnate a Francavilla è stata destinata a via Madonna delle Grazie, l’altra a via Oria. I ricorrenti, assistiti dal professor Andrea Astolfi, lamentano di essere stati penalizzati in particolare dalla scelta di via Oria, troppo vicina a viale Lilla e via Regina Elena, dove sorgono rispettivamente le rivendite di Bungaro e Cannalire.
Le destinazioni sarebbero invece ben lontane – ma questo lo sostiene la Procura – dalla farmacia intestata al presidente dell’Ordine provinciale dei farmacisti di Bindisi, Gabriele Rampino, che è invece ubicata in via Trento, sempre a Francavilla.
Per quanto concerne le motivazioni che hanno indotto Bungaro e Cannalire a chiedere un rinvio, esse sono collegate al mutato quadro politico francavillese dopo che, nei giorni scorsi, la nuova amministrazione guidata dal sindaco Maurizio Bruno ha espresso la volontà, confluita peraltro in un atto d’indirizzo al Consiglio comunale, di modificare l’attuale status quo, rivalutando l’interesse pubblico sotteso all’individuazione delle aree nelle quali dovranno sorgere le due nuove farmacie.
Se di recente la Regione, in risposta all’amministrazione comunale, ha consigliato di non mutare l’assetto vigente, posto anche alla base del bando straordinario per l’assegnazione dei 188 nuovi presidi farmaceutici che apriranno i battenti in tutto il territorio pugliese, dal canto suo Bruno e i suoi si sono dichiarati determinati ad andare diritti per la propria strada, adottando tutti i provvedimenti del caso. Con o senza l’avallo della Regione.
Ciò, per mantenere sia gli impegni elettorali – il nodo-farmacie era uno dei punti salienti nei comizi dell’allora candidato sindaco Bruno – sia la posizione già assunta quando, il 19 aprile 2012, il Consiglio comunale dell’epoca optò per via Madonna delle Grazie e via Oria e snobbò, invece, il più popoloso quartiere San Lorenzo.
Quest’ultimo è poi anche il più contiguo alla farmacia di Gabriele Rampino, motivo per cui la magistratura inquirente, nella persona del pubblico ministero Valeria Farina Valaori, ha aperto un’inchiesta – fondata anche su tutta una serie di presunte altre anomalie e forzature – che ha condotto a processo, con le accuse a vario titolo di abuso d’ufficio e falso ideologico, il sindaco di allora Vincenzo della Corte, lo stesso Rampino, il senatore in carica Pietro Iurlaro e l’ex deputato Luigi Vitali, oltre a tutti quei consiglieri di maggioranza che votarono a favore di quelle ubicazioni delle due nuove sedi farmaceutiche.
Dunque, incentrando la richiesta sulla possibile cessazione dell’oggetto del contendere derivante da un cambio d’indirizzo amministrativo, l’avvocato Astolfi è riuscito a ottenere il rinvio dell’udienza durante la fase di trattazione delle questioni preliminari. Una decisione, quella del Consiglio di Stato, che non è stata affatto gradita dal difensore della Regione, che ha controbattuto esponendo ancora la tesi secondo cui la pianta organica regionale delle 188 nuove farmacie non sarebbe più mutabile per non rischiare di ledere le aspettative dei partecipanti al bando straordinario emesso il primo febbraio 2013.
Una motivazione che non è stata però evidentemente ritenuta sufficiente dai giudici amministrativi, i quali hanno preso atto che innanzitutto la graduatoria dei farmacisti assegnatari delle nuove sedi è provvisoria, ma in sostanza specificato anche, tra le righe, come anche nel caso la graduatoria fosse stata definitiva, avrebbe comunque potuto essere impugnata dagli aventi diritto.
Se ne ridiscute a novembre, allora, quando probabilmente la nuova amministrazione di Francavilla avrà posto in essere le iniziative finalizzate alla modifica della pianta organica delle farmacie per come si presenta ancora oggi. Se così fosse, se i ricorrenti Bungaro e Cannalire non dovessero più ritenere pregiudicati i propri interessi legittimi dall’azione della pubblica amministrazione, questa vicenda giudiziaria si potrebbe addirittura chiudere per loro espressa rinuncia. A quel punto, però, potrebbe essere Rampino, che nei giorni scorsi ha inviato a tutti gli iscritti all’Ordine la nota con la quale la Regione invitava il Comune di Francavilla a desistere dai suoi intenti, ad adire la giustizia amministrativa.
In tutto questo, il processo penale percorre una strada parallela e del tutto autonoma: lì non si discute di “soprusi” della PA nei confronti di privati, ma di presunti reati commessi ai danni della PA.