I poliziotti del Commissariato di Taurisano (Lecce) nei giorni scorsi hanno sottoposto a fermo due cittadini di Oria perché indiziati, in concorso tra loro, dei reati di riciclaggio e ricettazione di auto rubate. Si tratta del 37enne F.N. e del 20enne G.C., tutti e due ai domiciliari.
L’indagine-lampo è stata avviata subito dopo il furto di un’auto commesso in provincia di Lecce. L’auto era munita di sistema di localizzazione GPS e dai relativi tracciati è emerso come la stessa fosse stata nascosta tra gli ulivi nelle campagne oritane. La costante attività di osservazione, autorizzata dalla Procura della Repubblica di Lecce, ha consentito di notare non soltanto quell’auto rubata, ma anche una seconda.
L’osservazione è proseguita nei giorni e nelle notti a seguire, fin quanto la polizia non ha intimato l’alt a due persone che hanno immediatamente cercato di fuggire.
Dopo alcuni momenti di tensione, uno dei due è stato costretto a fermarsi, mentre l’altro ha innestato la retromarcia e, nel compiere una manovra azzardata, l’auto ha fatto un balzo di mezzo metro, e ha poi terminato la propria corsa contro un ulivo secolare. L’impatto ha anche provocato lo scoppio dello pneumatico anteriore sinistro. Ciononostante, il conducente è sceso ed è fuggito a piedi. La sua fuga è però terminata circa un’ora dopo: i poliziotti l’hanno trovato non lontano da casa sua.
La perquisizione nelle auto della coppia di fermati ha permesso di recuperare: due paia di guanti in gomma, un cacciavite a spacco lungo 22 centimetri, una centralina marca Bosch decodificata, installata al posto della centralina originale codificata, e un Immobypass Car 2018 per auto Fiat, sofisticato dispositivo che consente di bypassare le centraline codificate di auto Alfa Romeo e Lancia.
Da successivi accertamenti è emerso che all’auto condotta dal fuggiasco erano state montate targhe – anteriore e posteriore – e targhetta identificativa di una Fiat Panda “pulita” (non rubata) ma il cui numero di telaio punzonato corrispondeva a quello di un’altra Fiat Panda rubata. Di qui anche la contestazione del reato di riciclaggio.
Come disposto dal pubblico ministero di turno presso la Procura di brindisi, uno dei fermati è stato condotto nel carcere di Brindisi e, a seguito di convalida, sottoposto ai domiciliari; l’altro è stato prima sottoposto ai domiciliari, poi all’obbligo di dimora nel comune di Oria.