Non fuggì dopo l’incidente, ma semplicemente si allontanò per cercare parcheggio. Il 24enne francavillese R.M. è stato assolto in appello con formula piena dopo che il Tribunale l’aveva condannato pesantemente e gli aveva sospeso la patente di guida.
I fatti risalgono al 4 settembre del 2012. R.M., dipendente di un’azienda navale del Nord Italia, percorreva con la sua auto via Michele Imperiali, quando – nei pressi di una scuola guida – si trova davanti un pensionato in bici. Quest’ultimo si sposta improvvisamente e senza pre-segnalazione dalla sinistra alla destra della carreggiata e l’auto sperona con il fronte la parte posteriore della bici. Il pensionato rovina al suolo. Il conducente dell’auto lascia il volante e corre a sincerarsi delle condizioni del pensionato: con l’aiuto di alcuni testimoni lo solleva da terra e lo invitano a sedersi su di una sedia sul marciapiedi, poi gli viene data dell’acqua. Nel frattempo, però, l’auto è ferma al centro della carreggiata e, dunque, gli altri automobilisti, non riuscendo a transitare, cominciano a strombazzare coi clacson. Il conducente si precipita a recuperarla e riprende la marcia in cerca di parcheggio. Qualcuno intravede nel suo comportamento l’intenzione di fuggire, contatta la polizia locale e fornisce la targa. Oltre alle lesioni personali, l’omissione di soccorso.
La questione finisce a processo e in primo grado il giudice monocratico del Tribunale di Brindisi, Adriana Almiento, non crede alla versione del giovane, del suo legale – il penalista Angelo di Mitri – e dei numerosi testimoni. Di qui la condanna a nove mesi di reclusione e la sospensione della patente per un anno e sei mesi: tantissimo. Il difensore propone ricorso avverso la sentenza, e la Corte d’Appello – giudici Francesco Aliffi, Silvana Botrugno ed Eva Toscani – ha acquisito prove documentali e testimonianze (tra le quali quella del titolare della scuola guida, presente al momento dei fatti) e optato per l’assoluzione del 24enne “perché il fatto non sussiste”.