La loro fuga, dopo la rapina di ieri sera (giovedì 22 febbraio) intorno alle 20 ai danni della tabaccheria “Renna” in via Bezzecca a Brindisi, è durata pochissimi minuti, per la precisione cinque. Ci hanno messo tanto, infatti, i carabinieri in forza al Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Brindisi, in collaborazione coi colleghi dell’Aliquota di primo intervento, a intercettare la Fiat Punto (risultata rubata lo scorso 15 febbraio a Carovigno) a bordo della quale avevano tentato di far perdere le proprie tracce il 39enne Cosimo Leo e i suoi due figli Andrea, di 21, e Alessio, di 19 anni, tutti conviventi e residenti Tuturano. I tre sono stati inseguiti per circa dieci chilometri – prima per le vie cittadine, poi lungo la strada provinciale 81 Tuturano-Mesagne, dove la loro auto è finita in un canalone alle porte di Mesagne – e poi arrestati in flagranza di reato per: rapina aggravata, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, porto illegale in luogo pubblico di armi comuni da sparo, porto illegale di strumenti atti a offendere, il tutto in concorso tra loro. Il terzetto, volti coperti da passamontagna e armi in pugno, aveva fatto irruzione nella rivendita di tabacchi e, sotto minaccia, si era impossessato della somma di 7mila euro in contanti e di una macchinetta cambia-soldi con all’interno 1.500 euro.
Durante le fasi concitate dell’inseguimento, padre e figli si sono disfatti della pistola impiegata per il colpo, di parte della refurtiva e dell’ingombrante macchinetta cambia-soldi, scagliata contro i mezzi di servizio dei militari nel tentativo di ostacolarne la marcia. Dentro la Punto, i carabinieri hanno recuperato tre passamontagna, un guanto in latice e diversi indumenti utilizzati per il camuffamento.
Decisiva, dopo la rapina, è risultata la cooperazione fra Centrali operative di polizia e carabinieri. La Sala operativa della Questura di Brindisi, infatti, ha segnalato tempestivamente il fatto alla Centrale operativa del Comando provinciale dell’Arma che ha “sguinzagliato” tutte le sue pattuglie presenti sul territorio. Sono tuttora in corso le ricerche per recuperare l’intero bottino e le armi. Gli arrestati, dopo le formalità di rito, sono stati condotti nel carcere di Brindisi, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Determinante durante le fasi cruciali dell’inseguimento e della cattura dei rapinatori è stato anche il contributo delle Api (Aliquote di primo intervento) che fanno perno sulla struttura territoriale dell’Arma. Si tratta di personale proveniente dai Nuclei radiomobili che svolge uno specifico corso di formazione e addestramento della durata di quattro settimane, coordinato direttamente dagli istruttori del Gis (Gruppo interventi speciali) dei carabinieri. Il corso prevede specifiche nozioni di combattimento in ambiente urbano oltre all’addestramento al tiro statico e dinamico con dotazioni d’armamento specifico. Le Api sono idonee a fronteggiare con rapidità e risolutezza minacce impegnative ed improvvise anche di natura terroristica, scopo per cui sono state create. Permanentemente schierate in 16 capoluoghi di provincia in ambito nazionale, oltre che nei due Reparti dei “cacciatori” in Calabria e Sardegna, sono poste sotto il comando del locale comandante provinciale dell’Arma.