Sequestro di beni per 700mila euro a carico di un 49enne: due anni fa era scampato a un agguato

confisca

Il 7 novembre 2016 scampò a un agguato in contrada Carloto, tra le campagne di Francavilla Fontana: un colpo di pistola calibro 7,65 semiautomatica raggiunse il suo braccio destro mentre era a bordo di una Fiat Uno di colore bianco. I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Brindisi e i colleghi della Compagnia di Francavilla Fontana avviarono le indagini su quell’episodio e oggi, come disposto dall’Ufficio misure di prevenzione del Tribunale di Lecce su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito un provvedimento di sequestro patrimoniale anticipato (finalizzato alla confisca) a carico del 49enne francavillese Salvatore Capuano. L’uomo, nel maggio 2016, aveva riportato una condanna a otto anni, sette mesi e 12 giorni di reclusione per reati in materia di stupefacenti nel contesto criminale della Sacra corona unita mesagnese. Dopo quella condanna, però, a Capuano furono concesse la detenzione domiciliare e la possibilità di lavorare. I militari dell’Arma e i magistrati si sono concentrati sul patrimonio nella disponibilità del francavillese e sono risaliti a beni e attività intestati fittiziamente – sempre secondo gli investigatori – ai congiunti di Capuano. Sono così stati sottoposti a sequestro: la concessionaria d’auto “Mi.Ca. Motors Srl”, con sede nella Città degli Imperiali, e le 18 auto destinate alla vendita che si trovavano al suo interno; la società “D.E.”, impresa individuale di commercio di derrate alimentari; la panetteria “Boutique del gusto”; un conto corrente bancario con all’attivo 10mila euro. Il totale del sequestro ammonta a circa 700mila euro. Secondo Dda e uomini dell’Arma, quel patrimonio sarebbe frutto delle attività illecite condotte da Capuano il quale ne avrebbe poi reinvestito i proventi in attività lecite intestate ad altre persone di fiducia. Le indagini avrebbero, inoltre, fatto emergere una sproporzione tra quanto dichiarato da Capuano e le sue effettive presunte disponibilità. Ora, però, la difesa dell’indagato potrà provare a dimostrare la lecita provenienza dei beni sequestrati. Il sequestro, all’esito del procedimento, si potrebbe successivamente tramutare nella confisca e nell’acquisizione al patrimonio dello Stato dei beni “sigillati”. Capuano rischia, invece, di essere sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.

 

 

 

 

 

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