Nell’ambito di un’operazione predisposta e coordinata dal Centro di controllo di area della pesca della Direzione Marittima di Bari e finalizzata al monitoraggio della filiera ittica, i militari della Sezione di polizia marittima e difesa costiera della Capitaneria di porto di Brindisi hanno effettuato ispezioni a carico di diversi esercizi di ristorazione lungo la litoranea da Savelletri a Torre Canne (Fasano). All’interno di un rinomato ristorante hanno rinvenuto oltre 2mila ricci di mare (paracentrotus lividus) freschi ed ancora vivi ma privi di qualsiasi indicazione che ne comprovasse la provenienza. Il titolare dell’esercizio non è stato infatti in grado di esibire alcuna valida documentazione sanitaria e commerciale che comprovasse la tracciabilità dei pregiati esemplari ittici. Allo scopo di prevenire che il prodotto di dubbia provenienza potesse finire sulle tavole degli ignari clienti, si è proceduto al sequestro con contestuale una sanzione amministrativa fino a un importo massimo di 4.500 euro. I ricci sequestrati sono stati immediatamente rigettati in acqua in modo da consentirne la riproduzione e il conseguente ripopolamento dell’ambiente marino.
Nei giorni precedenti, nel corso di analoghi controlli a Brindisi, i militari hanno smantellato un banchetto di “fortuna” allestito per la vendita di ricci di mare in condizioni igienico-sanitarie più che precarie. Oltre 1.500 ricci di mare erano stipati in contenitori plastici e su un banco in legno senza alcun sistema di refrigerazione. Oltre all’aspetto igienico-sanitario, il prodotto è risultato carente dei bolli obbligatori e di qualsiasi documento che ne attestasse la provenienza. Anche in questo caso, il prodotto, ancora vivo, è stato prontamente rigettato in mare. L’attività dei militari è proseguita presso gli esercizi di ristorazione del comune capoluogo dove, all’interno di un noto ristorante, è stato trovato un filone di tonno pinna gialla (thunnus albacares) già scaduto. Al ristoratore è stata comminata una salata sanzione amministrativa (importo massimo 9mila euro) mentre il prodotto ittico è stato sequestrato.
Presso il porticciolo di Torre San Gennaro, marina di Torchiarolo, non è sfuggito ai controlli un pescatore sportivo che aveva prelevato un ingente quantitativo di oloturie (cetrioli di mare). In applicazione del decreto legislativo numero 4/12 e del decreto del Presidente della Repubblica numero 1639/68, norme applicate agli illeciti in materia di pesca sportivo-ricreativa, al pescatore è stata inflitta una sanzione amministrativa (prevista fino ad un importo massimo di 50mila euro) mentre il prodotto pescato, circa 110 chili, è stato sottratto alla disponibilità del trasgressore, con immediata re-immissione in mare.
Il prelievo indiscriminato dei cetrioli e ricci di mare costituisce un’acclarata fonte di danno a carico del delicato ecosistema marino e per questa ragione l’attenzione della Guardia costiera nei confronti di questo fenomeno rimane molto alta.
Il comandante della Capitaneria di porto di Brindisi, capitano di vascello Salvatore Minervino, evidenzia come «tutti i cittadini sono chiamati a fare la loro parte evitando di acquistare prodotto ittico di cui non sia nota la provenienza, proprio come accade quando si effettuano acquisti per strada presso banchetti abusivi che, oltre a costituire un indubbio rischio per l’incolumità e la salute pubblica, incentiva la pesca illegale che va a depauperare le risorse ittiche in danno di pescatori ed operatori del settore che lavorano onestamente».
L’attività di controllo da parte dei militari proseguirà in maniera incessante in tutta la Provincia di Brindisi.
Si ricorda che per segnalare comportamenti illeciti o situazioni dubbie sono attivi, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, il numero di centralino della Sala Operativa 0831521022 e la casella di posta elettronica cpbrindisi@mit.gov.it mentre, per le sole emergenze in mare, il numero blu 1530.